Al termine di un cammino durato tutta la notte alla luce delle torce, i partecipanti alla Marcia per la Pace PerugiAssisi in notturna sono arrivati intorno alle 6 nella piazza antistante la Basilica Inferiore di San Francesco. Una edizione organizzata appositamente “contro tutte le guerre che continuano in Ucraina e in troppe altre parti del mondo”, ma anche in occasione del primo anniversario dell’invasione russa.
L’avvicinamento alla Marcia per la Pace PerugiAssisi in notturna è iniziato già nella mattina di venerdì 24 febbraio, con l’incontro organizzato dall’associazione Articolo 21, fondata dal giornalista Giuseppe Giulietti, dal titolo “L’informazione al tempo della guerra” che si è tenuto della sala della Conciliazione della città del Poverello. Prima del percorso verso Assisi cominciato una trentina di minuti dopo la mezzanotte dal punto di ritrovo storico della Marcia, i giardini del Frontone a Perugia, i partecipanti si sono ritrovati alla Sala dei Notari. (Continua dopo la foto)
Tra i partecipanti, meno delle tradizionali Marce della Pace ma comunque un buon numero, le bandiere arcobaleno e “no war”; Ad aprire il corteo uno striscione con scritto “fermiamo le guerre”. Una volta ad Assisi, i marciatori si sono fermati in piazza facendo sventolare un grande drappo con i colori della bandiera pacifista. “Siamo qui in questo tragico anniversario per assumerci una responsabilità in più” ha detto stanco ma felice Flavio Lotti. “Per fare – ha aggiunto – quello che ancora non è stato fatto”. I marciatori sono quindi scesi alla tomba di San Francesco per quello che gli organizzatori hanno definito un momento “di raccoglimento, preghiera (per i credenti) e riflessione”. (Continua dopo la foto)
“Dobbiamo smettere di buttare benzina sul fuoco – ha sottolineato Lotti – e dobbiamo dare avvio a una seria, decisa, energica e tenace iniziativa di pace. Abbiamo bisogno della politica, la politica deve tornare in campo”. “Il problema non sono solo le armi”, ha detto ancora intervenendo sul tema dell’Ucraina. “Non si è mai visto che un medico per salvare il suo paziente gli dà delle medicine sbagliate – ha sostenuto – e noi stiamo continuando a buttare benzina sul fuoco. Questo incendio rischia di non fermarsi mai e di continuare a fare strage di vite umani e allo stesso tempo rischia di arrivare anche vicino alle nostre case. Guardiamo cosa è successo in Afghanistan, venti anni di guerre contro i talebani e alla fine gli Stati Uniti se ne sono tornati a casa e hanno lasciato un Paese disastrato di nuovo nelle mani dei talebani. Dobbiamo imboccare un’altra strada – ha concluso Lotti – che è quella della ricerca della pace, perché la pace non è un miracolo ma va costruita tenacemente e pazientemente”.
(articolo aggiornato alle 8.30 del 24 febbraio 2023)
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