Nonostante le scuse di rito e le giustificazioni, non si placano le polemiche e gli appelli dopo gli insulti sessisti a Bastia Umbra. Catia Degli Esposti (candidata sindaco a Bastia Umbra per la coalizione composta dalle liste civiche Degli Esposti Sindaco, Insieme per Bastia e Lega) ringrazia i tanti bastioli che in queste ore le hanno manifestato, pubblicamente e in privato, la propria solidarietà per gli insulti personali espressi da un rappresentante dell’amministrazione uscente.
“Attestazioni di solidarietà – commenta Catia Degli Esposti – arrivati da tanti cittadini, anche tra coloro che, manifestamente, hanno una posizione politica diversa dalla mia. Perché con simili volgari insulti, la politica non c’entra davvero nulla”. Catia Degli Esposti esprime però sorpresa e rammarico per il commento che su questa vicenda il sindaco uscente Stefano Ansideri ha affidato ai social, e per la nota di Paola Lungarotti (che peraltro ha telefonato alla Degli Esposti per scusarsi degli insulti). Entrambi, in sostanza, condannano gli insulti, ma bacchettano anche chi ha diffuso l’audio, violando il vincolo di amicizia (qui la nota di Lungarotti).
“Non posso che unirmi al coro di coloro che hanno condannato l’episodio che ha visto la Dr.ssa Catia Degli Esposti destinataria di offesa personale. Allo stesso tempo e con la stessa determinazione non posso che condannare il comportamento, forse più vile, di colui che, ignorando il vincolo di amicizia per il quale gli era stato recapitato il messaggio, non ha esitato a divulgarlo”, scrive tra l’altro il primo cittadino uscente.
“Forse la campagna elettorale – si chiede Catia Degli Esposti – ha offuscato la capacità di discernimento di Ansideri e della Lungarotti? Al contrario, voglio ringraziare chi, consapevole dell’enorme offesa, ha provveduto a girarla, per farla conoscere. Nel messaggio – sottolinea – chi parla lo fa al plurale ‘siamo i numeri 1’. Quindi è rivolto ad un gruppo e non ad una persona. Cosa che tra l’altro mi viene confermata da chi afferma che tale insulto personale, questo modo ignobile di appellarmi, circolava già da tempo. Utilizzato da più persone di quel gruppo politico, che fa capo alla maggioranza uscente. Non si è trattato, quindi, di uno scivolone dettato dall’euforia del momento, come si è giustificato, da quanto leggo, l’autore dell’insulto. L’euforia del momento, semmai, ha tolto i freni inibitori affidando ad un messaggio indirizzato a più persone quanto veniva evidentemente comunicato già da tempo. Per questo – conclude Catia Degli Esposti – ho dato mandato al mio legale di sporgere querela per tutelare la mia immagine di donna e di cittadina”.
Sul caso degli insulti sessisti anche la nota del PD e delle liste in appoggio a Lucio Raspa candidato sindaco: “Cara professoressa Paola Lungarotti – si legge in una nota firmata dalle donne e dagli uomini della coalizione civico-progressista – dissociarsi dagli insulti sessisti del suo candidato contro la rivale politica Catia Degli Esposti è un atto confortevole, ma assolutamente insufficiente. Soprattutto se mancante della solidarietà femminile necessaria per non far passare sotto traccia epiteti che spesso si trasformano in aggressioni. Non una parola di conforto per Degli Esposti, concorrente e non nemica, segna un atto di superiorità ozioso, una derubricazione pericolosa, un’iniezione di veleno inutile nella competizione”.
“A questo punto, visto che è stato individuato (e come lei dice denunciato) colui che avrebbe violato il vincolo d’amicizia e diffuso il messaggio, allora sarebbe bene che lei – da donna – con un gesto di coraggio si facesse anche garante e scudo affinché il signor Filiberto Franchi non sia parte dell’eventuale futura Amministrazione, e se eletto si dimetta immediatamente dal ruolo di Consigliere. Perché scusarsi non basta, tanto più se diventa un esercizio dovuto e forzato, come quello di chi – secondo il giornalista che ha raccolto le dichiarazioni – ha inizialmente provato a negare di essere coinvolto (ma questo non lede credibilità personale e di chi lo affianca?). Minimizzare poi additando “i mezzi tecnologici” è una miopia: quegli spazi – sono spazi, non mezzi – hanno permesso di creare aree di contatto dove molte donne sono uscite dal silenzio e hanno avuto il coraggio di denunciare aggressori verbali e fisici. Non sia superficiale, Bastia merita profondità di azione e pensiero”.
© Riproduzione riservata