Calendimaggio di Assisi 2024 è vinto dalla Nobilissima Parte de Sopra. Il verdetto arrivato alle ore 1.35 ha visto trionfare i partaioli blu per 2-1. A decretare la Parte vincitrice la giuria composta dalla storica Virtus Maria Zallot, dal regista Claudio Autelli e dal musicologo Sandro Cappelletto, che ha preferito in musica, spettacolo e ‘veridicità storica’ i Mammoni. (Continua dopo il video – link diretto)
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È comunque grande il successo per la manifestazione che, quest’anno, ha visto il patrocinio del Senato della Repubblica. La Magnifica rimane a quota 31 vittorie, la Nobilissima Parte de Sopra ora guida l’albo d’oro con 35 vittorie (l’albo d’oro vede poi due non assegnazioni e un ex aequo). Prima del verdetto del Calendimaggio di Assisi 2024 la sfida canora, che ha visto anche il toccante il ricordo dei due Cori per Giuseppe Chiavini e Paolo Fucchi, ed un lungo applauso dalla tribuna, in omaggio ai due cantori – rispettivamente della Magnifica Parte de Sotto e della Nobilissima Parte de Sopra – recentemente scomparsi.
Questi i giudizi dei giurati per quanto riguarda quanto visto nel Calendimaggio di Assisi 2024.
Per il settore musica, il punto va alla Nobilissima Parte de Sopra: questa la scheda che è stato per noi difficile ‘tradurre’. Riportiamo la valutazione globale grazie all’aiuto di Fulvia Angeletti (link diretto, continua dopo l’immagine)
Valutazione globale per la Magnifica Parte de Sotto: Repertorio: vario, articolato, coerente anche nella ricerca di repertori non europei. Interpretazione: efficacissimo nelle scene il repertorio sacro che esalta la drammaturgia. Giudizio: sempre alta la qualità dell’esecuzione, la fusione timbrica, la vivacità ritmica.
Valutazione globale per la Nobilissima Parte de Sopra: Repertorio: sempre corposo sia nelle scene che nei cortei e nell’entrata del coro. Toccante il canto della bambina. Interpretazione: funzionale alla ritmica della drammaturgia. Apprezzato l’insieme e il protagonismo di alcune voci soliste. Giudizio: ottima la fusione tra la musica e i diversi spettacoli esaltando così il ruolo delle voci e degli strumenti.
Per il settore storico il punto va alla Nobilissima Parte de Sopra. “Il corteo della sera ha conservato la magia della fiaba ben interpretando le accentuazioni espressive narrative del testo tipiche dell’immaginario medievale e le scelte grafiche gestuali sono state indovinate e coerenti. Unico elemento fragile e stereotipato l’architettura di scena”. Anche il corteo del giorno “ha cercato una dimensione poetica entro cui inserire con coerenza gesti, oggetti, situazioni di vita comune talora citandoli con correttezza, altre reinventandole con l’efficacia”.
Anche per quanto riguarda le scene di Parte de Sopra la storica definisce “impegnativo e lodevole il lavoro sul testo della trama, anche se il registro alto non sempre risulta coerente con il vissuto dei protagonisti e con le situazioni messe in scena: a momenti corali e situazioni di grande effetto e coerenza ricostruttiva si sono alternate scene meno convincenti. L’abbigliamento presenta alcune incongruenze temporali ma si adegua alle condizioni sociali degli interpreti però meno alle situazioni specifiche e contingenti”.
Nel caso de Sotto e del suo corteo storico, invece, la giurata definisce “Interessante il tema tipicamente medievale del contrasto tra buio e luce nelle loro valenze fisiche e metafisiche ricco nel corteo del giorno il repertorio di riferimenti sacri e profani simbolici e reali accorti e popolari. La ricerca è stata ampia e approfondita la restituzione scenica non ha saputo però integrare e far dialogare tale ricchezza di contenuti risultando somma di situazioni e citazioni e perdendo per questo chiarezza ed efficacia espressiva”.
Nelle scene di Parte, “la scena ha attivato una ricca sequenza di macro e micro situazioni coerenti con il contesto storico con grande attenzione a oggetti e ricostruzione di ambienti gesti relazioni e sentimenti pur presentando alcune incongruenze temporali nelle fogge degli abiti e una certa eleganza soprattutto femminile non sempre conforme alle situazioni ai ciechi lo svolgersi e l’intrecciarsi delle narrazioni e dei dialoghi bene interpretano lo stile del Medioevo”.
Alla Magnifica Parte de Sotto la consolazione dello spettacolo, dove il regista, per quanto riguarda il corteo storico serale definisce “molto apprezzata la cura e l’originalità dei costumi, molto curate le singole scene al loro interno”. Ma il limite è la presenza di “continui ricominciamenti scenici che affaticano alla lunga l’attenzione del pubblico”. Nel corteo del giorno “non è pienamente risolto lo sviluppo del racconto” anche se “l’attenzione del pubblico non rischia di avere cali”, perché “la perizia nella costruzione delle singole scene deve spostare l’attenzione a costruire una drammaturgia che ‘tiri’ l’aspettativa del pubblico fino al finale”. Per quanto riguarda la drammaturgia, “le storie dei tre giovani protagonisti si seguono agilmente intrecciandosi in maniera virtuosa con le scene di gruppo. I momenti individuali si mescolano senza soluzione di continuità con la vita d’insieme del quartiere creando una coinvolgente polifonia tra le voci del popolo, i canti, la musica dal vivo e i rumori degli utensili da lavoro. La drammaturgia si integra perfettamente con la scenografia naturale creando dinamiche sorprendenti che permettono di passare con stupore da momenti di sospensione intima e spirituale a momenti di grande movimento”.
Nell’allestimento della Magnifica il giurato loda la “grande cura in ogni dettaglio: l’attenzione a vestire i riferimenti del contemporaneo va a braccetto con la grande cura per la ricostruzione degli ambienti medievali e anche le azioni dei vari figuranti sono curate e vive e molto concrete. Lo sguardo dello spettatore può liberamente perdersi e vagare in ogni direzione e godere la generosa immedesimazione di ogni partecipante alla rievocazione”. Per quanto riguarda l’interpretazione “in generale tutti i personaggi incontrati sono stati credibili la recitazione è stata adeguatamente misurata e con un grado di immedesimazione che a tratti ha portato a scene di vero coinvolgimento emotivo come l’agnizione della propria famiglia da parte di Clemente.
Nel caso della Nobilissima Parte de Sopra, nel corteo serale il giurato definisce “chiara e leggibile la storia dei due amanti lo svolgimento e la traduzione scenica della storia sono fluidi e tecnicamente alta l’attenzione del pubblico”. Il corteo del giorno “rispetto al corteo del serale”, ha “una generale impostazione più semplice e più incline alla drammatizzazione delle gesta dei personaggi sacrificando l’aspetto visionario che caratterizzava il corteo della sera”. Sul fronte della drammaturgia delle scene di parte “è stato molto apprezzato il coraggio del protagonista in una circostanza drammatica come la mancanza d’acqua e la guerra imminente e di scegliere di conseguenza come tema il contaminarsi dei costumi morali e la fuoriuscita di una certa violenza innata nell’uomo. La drammaturgia però, nel suo svolgersi, si dipana per mano di dialoghi e monologhi che talvolta caricano i personaggi di eccessiva e responsabilità speculativa togliendo concretezza interpretativa. Il testo risente di una certa letterarietà che finisce per bloccare naturalezza delle azioni. Si sono trovate meno integrate tra loro le varie scene presentate tra i singoli con le scene corali”.
Nell’allestimento dei de Sopra è stata “apprezzata la circolarità e il canto della bambina e in generale la dimensione notturna dell’animo umano. Molto apprezzate in tal senso la processione i fuochi fatui davanti alla cattedrale di San Rufino e la scena del lupanare mentre spazi come il mercato, la taverna e gli spari esterni poco segnalavano il senso di carestia e di guerra imminente, forse relegando troppo al testo del racconto questo aspetto. L’interpretazione “è stata spiccatamente drammatica, ma nel suo sviluppo non sempre il registro interpretativo è stato coerente”.
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