Spunta anche nel comune di Assisi e nello specifico a Santa Maria degli Angeli una “zona 30” che, dopo il limite in vigore da tempo porta anche all’arrivo di un’autovelox che quel limite di velocità lo dovrebbe far rispettare, ma rischia invece di far esplodere l’ennesima polemica. Perché l’autovelox è stato piazzato in una strada dove – nonostante alcune segnalazioni – non si sono registrati fin qui gravi episodi. E – detto che la macchinetta è correttamente segnalata con appositi cartelli e che tutto è a norma, alla redazione di Assisi News sono già arrivate diverse segnalazioni, tante delle quali critiche. Perché in via Verdi (dove è stato posto il cartello segnalatore mobile) non sarebbe segnalato invece da nessuna parte quel limite di 30 km/h, cosa che c’è invece da tempo segnalata nella adiacente via Risorgimento, dove il limite di 30 è posto su cartelli fissi come da ordinanza in vigore.
Sì, perché in realtà la zona 30 angelana deriva da un’ordinanza del 2017 per limitare il traffico, anche dopo diverse segnalazioni dei residenti per alcune auto che procedevano a velocità elevata. Il limite apposto ricorda quello dei progetti “città 30” che sono già stati avviati in molte città europee – tra cui Berlino, Barcellona, Edimburgo, Bruxelles, Parigi e altre ancora. E tra l’altro, negli ultimi giorni, i cartelli con il limite di 30 km orari sarebbero aumentati – almeno secondo quanto risulta dalle segnalazioni arrivate in redazione.
Per città 30 si intende solo in senso stretto una città in cui quasi tutte le strade abbiano un limite di velocità di 30 chilometri orari: più in generale è un’iniziativa che punta a riequilibrare lo spazio pubblico, riducendo le aree della strada dedicate alle auto con l’inserimento di piste ciclabili e l’allargamento dei marciapiedi, in modo da creare spazi più vivibili per le persone. Avere marciapiedi più larghi significa avere più spazio per panchine e alberi, solo per fare due esempi, con tutti i benefici che comporterebbe anche per l’ambiente. “Significa permettere agli anziani di fare più passeggiate perché possono sedersi, ai bambini di andare a piedi o in bici a scuola da soli”, dice Matteo Dondé, urbanista esperto in pianificazione della mobilità ciclistica e nella moderazione del traffico.
Come detto l’autovelox odierno – venerdì 9 febbraio – deriva in realtà da una ordinanza del 2017, e se quelli della zona 30 sono presupposti lodevoli (ma, in via Risorgimento a Santa Maria, anche di difficile realizzazione), la comparsa all’improvviso (non si ricordano lì negli anni “troppi” interventi, compresi nelle vie limitrofe come ad esempio in via della Repubblica, strada non lontana e più volte segnalata a causa di elevate velocità, ndr) di un rilevatore di velocità fa storcere il naso a diversi cittadini. “Un ennesimo modo fraudolento di fare cassa da parte del Comune”, uno dei ‘pizzini’ arrivati alla redazione. Ma c’è anche chi ritiene che via Risorgimento è “una via stretta, senza marciapiedi e parcheggi regolari, con molte macchine che vengono lasciate ai lati della strada; molti pedoni, biciclette spesso in contro mano. Soprattutto la sera, la seconda parte della via diventa ‘rampa di lancio’ di macchine a velocità sfrenata. Le misure di contenimento sono necessarie…”.
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