(Flavia Pagliochini, Stefano Berti) Se sia in arrivo un pugno duro sui mille piccoli ‘illeciti’ che da anni stanno lentamente devastando il centro storico di Assisi sarà il tempo a dirlo, sta di fatto che per una multa presa da un cittadino – che, legittimamente, si arrabbia pure – esce una narrazione di Assisi dove in molte zone si può fare ciò che si vuole impuniti e in altre si è intolleranti. Con buona pace di chi vive nel centro storico tra atto di eroica resistenza e atto di quotidiana sopportazione, vedendosi ignorare anche dagli amministratori, visto che nessuno ascolta le rimostranze dei ‘quattro’ residenti rimasti preferendo dedicarsi a posti dove ci sono molti più voti.
A dare il là alle danze è una residente che, per aver parcheggiato la macchina cinque minuti sul marciapiede, si è vista ‘appioppare’ una multa. “Noi tutti a venire incontro alle mille esigenze, chiusure di strade quotidiane e disagi continui. E ci becchiamo, da cittadini, multe stratosferiche”, il sunto di un post Facebook che è stato successivamente rimosso.
Ma ad Assisi il traffico rimane un problema, spesso piazza del Comune è un parcheggio a cielo aperto (e non si potrebbe) dove le auto – anche di residenti – attraversano nei due sensi (ma uno sarebbe proibito…); non va meglio nella piazza di San Rufino, dove spesso le auto sono più dei mattoni delle case circostanti. E se i camioncini delle consegne, costretti a consegnare in orari in cui tutti i negozi sono chiusi, spesso ‘bucano’ l’orario loro imposto, rimane ancora un mistero come sia riuscito, non più tardi di poche settimane fa, un gigantesco camion a entrare in piazza del Comune.
Per non parlare delle auto dei turisti che, in barba a divieti e cartelli, circolano nel centro storico più dei residenti, visto che l’unica volta in cui la municipale è stata rivista presidiare i varchi di accesso della città è stato a metà luglio quando la zona di San Pietro e San Francesco era intransitabile a causa delle riprese di Che Dio ci aiuti. Colpa in questo caso dei mille impegni e della carenza di organico, che impedisce un controllo della città non pensiamo ferreo, ma quantomeno che eviti a chi torna a casa di ritrovarsi un’auto di turisti che percorre metà delle vie a senso inverso o parcheggiata di fronte alla porta di casa.
Il caso limite è quello di un carro funebre che non poteva entrare a San Rufino. La chiamata di un passante al sindaco ha risolto il problema, che però non dovrebbe neanche crearsi. Al netto della buona volontà di singoli, sono infatti inutili le segnalazioni – inviate a decine – visto che per una magagna risolta, altre mille rimangono sul tavolo, senza che nessuno voglia metterci mano. A cominciare dal rinnovo degli abbonamenti nei parcheggi, un tema sollevato più volte. Oggi addirittura secondo una cittadina i residenti non possono più abbonarsi visto che la priorità sarebbero i turisti che ovviamente rendono di più. O una seria risposta agli autisti di Busitalia che svolgono un servizio pubblico.
E infatti il post della cittadina si era rivelato ben presto un campionario di segnalazioni varie. Prima che fosse rimosso erano molteplici i commenti. “A Santa Rosa e all’anfiteatro non passa nemmeno a piedi a volte”, “Anche a me è successa un’esperienza simile e le mie rimostranze alle autorità competenti non hanno sortito nessun effetto poiché se si è in torto non c’è santo che interceda”. E ancora: “Io ho preso multa a Piazza San Rufino, pur con contrassegno residente e con decine di auto parcheggiate a ogni pizzo che pare la fiera alla Bastia”.
Ma anche: “Devo dire che ieri pagare 3,5 euro per un’ora e 19 minuti di parcheggio un po’ mi ha infastidito: la regola di non poter parcheggiare dentro le mura nemmeno per l’ora di pranzo, mi ha fatto davvero pensare come Assisi sia sempre di più una città che non tenga conto dei propri abitanti”. E forse ha ragione chi scrive “L’opera di uccisione del centro di Assisi è la cosa meglio riuscita in tutto il Comune”. Con buona pace di chi si ostina a vivere e a segnalare le criticità di un pezzo di patrimonio Unesco.
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