Cosa sta diventando il Calendimaggio di Assisi, la festa laica della città o un giocattolo per pochi? Quante persone hanno smesso di fare il Calendimaggio, e per quali ragioni? La Festa sta diventando una rievocazione storica qualunque? È giusto cambiare le regole del Calendimaggio senza sentire tutti gli assisani? L’Ente Calendimaggio dovrebbe organizzare un dibattito pubblico su questi temi?
Sono queste alcune delle domande (dieci in totale) che campeggiano sui manifesti firmati un gruppo di Amici del Calendimaggio di Assisi: “L’invenzione nel dopoguerra della Festa – è scritto in un comunicato – è stata, per Assisi, un colpo di fortuna come non ne capitano spesso nella storia di una città. L’idea geniale di una festa popolare dove si compete per l’arte, e non per la forza, ha mobilitato passioni ed energie sopite, affermandosi presto come parte costitutiva dell’identità degli assisani, solo baluardo laico a protezione di un senso di comunità reso malfermo dalla pressione del turismo e dal preponderante simbolismo religioso di Assisi. Crescendo, il Calendimaggio si è fatto abitudine prima, tradizione poi, conquistando un posto di prima fila nella vita di Assisi.
Oggi però le cose rischiano di cambiare, e “Un buon numero di persone che al Calendimaggio di Assisi hanno dato molto, e molto dalla Festa hanno ricevuto, si sono recentemente ritrovate a interrogarsi sullo stato dei rapporti tra il Calendimaggio e la comunità assisana. L’impressione comune è che il legame sia fortemente usurato: da molti, troppi anni la Festa sembra avvitarsi nel proprio ombelico, autoreferenziale, distratta verso la propria memoria storica, generazionalmente squilibrata, più abile ad escludere che capace di accogliere le forze vive della propria collettività di riferimento”.
Gli Amici del Calendimaggio di Assisi si chiedono cosa stia accadendo alla Festa, e “ desiderano aprire un dibattito pubblico e aperto: non si tratta di accusare chicchessia, perché le buone intenzioni di tutti sono palesi e indiscusse, ma non perciò necessariamente ben orientate. Si tratta invece di provare a fermare questo lento, insidioso scivolamento della Festa: nessun contributo in questa direzione sarà inutile – conclude la nota – siamo un gruppo di discussione aperto a chiunque, anche su posizioni dialettiche rispetto alle tesi proposte, abbia a cuore il passato, il presente e il futuro della Festa”.
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