Cambio residenza nel comune di Assisi, storia di un’odissea. A raccontarla la pagina del locale Movimento 5 Stelle, che dopo averci provato per via telematica decidono di farlo fisicamente. “Il primo passo è recarsi agli uffici comunali a Santa Maria degli Angeli, e qui scoprirete da un orario affisso sulla postazione dell’usciere, che gli uffici sono aperti al pubblico 11 (diconsi undici) ore a settimana festivi esclusi. Martedì, mercoledì e venerdì 3 ore al mattino e il giovedì 2 ore al pomeriggio”, scrivono i Cinque stelle.
Per il cambio residenza, “vi viene fornita una risma di fogli A4 da compilare. Ora, sapendo che tutto ciò che serve è una dichiarazione autografa e un documento di riconoscimento – null’altro – vi viene da chiedervi che cosa mai vorrà il Comune di Assisi in tutti quei fogli? Oltre al nuovo indirizzo e i dati anagrafici vostri e dei familiari che con voi si trasferiscono – scrive il Movimento – si esige una copia del documento con cui vi siete identificati. Perché? Vi siete identificati, non serve è solo carta in più, al limite l’addetto ne può annotare gli estremi per una futura verifica. Si richiede copia del titolo di occupazione, per esempio l’atto d’acquisto o il contratto di affitto, atti pubblici soggetti a trascrizione e consultabili da chiunque, che il Comune può controllare in qualsiasi momento”.
Sempre per il cambio residenza, il Comune chiede “stato civile, occupazione e titolo di studio, numero di telefono e e-mail, definiti dati di interesse statistico senza i quali l’addetto si rifiuta di procedere. Alla richiesta dell’informativa sulla privacy risponde picche. Contrattando potrete ottenere di lasciare vuoto almeno l’e-mail e il telefono. Finita qui la carta? No. Vi vengono rilasciate due ricevute, poi si compila un modulo cartaceo per comunicare ai vigili urbani la necessità del sopralluogo. Eppure almeno il concetto di e-mail nel Comune di Assisi è presente, perché non utilizzarla tra due uffici? Prima di uscire, l’addetto vi avverte informalmente di dover passare all’ufficio tributi per regolare la tassa sui rifiuti, perché il servizio demografico non lo comunica. All’ufficio tributi vi aspetta altra carta. Da pazienti emanuensi dovete di nuovo fornire dati che il Comune possiede già, come chi siete, il codice fiscale, (di nuovo il telefono e l’e-mail) quanti sono i componenti del vostro nucleo familiare, i dati catastali e via discorrendo. Viene da chiedersi, nell’era dell’informazione tecnologica, degli assessori a facebook e della caccia alle fake news, se non sarebbe leggermente più semplice arrivare con una dichiarazione ed un documento di identità e, recepita la richiesta, con un’unica iscrizione si proceda in automatico ad inviare i dati agli altri uffici coinvolti? Si abbatterebbero i costi per il Comune – conclude il M5S e soprattutto per i cittadini ma non gli alberi per sprecare una simile montagna di carta”.
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