(Flavia Pagliochini, Stefano Berti) Prima del pranzo (Insalata dell’orto della basilica di San Francesco; primo Trofie con zucca e funghi; secondo Pollo con verdure dell’orto dei frati; dolce: mostaccioli di san Francesco; acqua e vino, umbro e abruzzese, in cucina ed in sala lo staff dei ragazzi dell’Istituto Alberghiero di Assisi), le celebrazioni di San Francesco 2019 hanno visto i discorsi dalla Loggia. Oltre a quello di Conte, che AssisiNews ha riportato qui, sono intervenuti Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, il sindaco di Assisi, Stefania Proietti, e il vescovo di Assisi, Domenico Sorrentino. “È un grande onore per la Toscana essere qui oggi – ha detto Rossi – essere la Regione chiamata a partecipare alle Celebrazioni di San Francesco 2019 così ricche di significato ci riempie di orgoglio ma ci carica anche di responsabilità. La Toscana fu, del resto, un luogo importante per Francesco: basta ricordare il suo ritiro sul Monte della Verna. Fu dopo il periodo trascorso lì che, tornato in Umbria, Francesco compose il Cantico delle Creature”. (Continua dopo l’immagine)
“Quello di Francesco – ha aggiunto il presidente toscano – è un nome fondamentale per la nostra cultura e non è un caso che il Papa l’abbia fatto proprio. La sua figura continua a parlarci ed è, soprattutto oggi, di grande attualità. Di fronte a un mondo in cui vedeva prevalere l’ingiustizia, Francesco fu capace di scelte radicali e, con l’esempio e la testimonianza, mostrò che un modello di vita alternativo era possibile. Anche oggi viviamo in una società nella quale, mentre una scandalosa quantità di ricchezza si concentra nelle mani i pochi, grande masse di persone rimangono in una situazione di povertà e indigenza. Anche oggi – ha proseguito Rossi nel suo discorso per le celebrazioni di San Francesco 2019 – dobbiamo ribadire con forza il valore della pace, vincere l’individualismo diffuso nella nostra società, tornare a riconoscere sempre e comunque il valore indiscutibile della vita umana. Smettere di accettare che possano esistere vite di scarto”.
“Come ha mostrato Papa Francesco con la Laudato Si’ – ha aggiunto il governatore – la strada che stiamo percorrendo ci porta distruggere la nostra “casa comune”. Il rispetto per l’ambiente e gli altri esseri umani e per noi stessi sono profondamente collegati tra di loro. Serve un cambiamento radicale, come ci ricordano anche le manifestazioni dei giovani. Ma cambiare non è facile e anche al tempo di Francesco a molti la sua decisione di rinunciare alle sue ricchezze era sembrata incomprensibile, folle. Occorre avere questa forza, ma questo non basta, l’indignazione non è sufficiente: bisogna far crescere il cambiamento, permettere che si consolidi e realizzi. La mia speranza – ha concluso Rossi – è che la lampada accesa in queste celebrazioni di San Francesco 2019 possa anche essere il simbolo di questa volontà di cambiamento”.
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“Ottant’anni fa – così il vescovo Domenico Sorrentino – Pio XII, proclamando san Francesco di Assisi patrono d’Italia, insieme con la vostra corregionale Caterina da Siena, accoglieva la proposta di un grande vescovo di Assisi monsignor Giuseppe Placido Nicolini, che spicca nella storia soprattutto per aver sottratto alla persecuzione e alla morte centinaia di ebrei rifugiati in questa Città negli anni bui della shoah, aiutato in quest’opera anche dal grande campione toscano Gino Bartali. Due santi Francesco e Caterina – e due grandi della solidarietà – Nicolini e Bartali – che uniscono le nostre regioni”.
Nel suo discorso conclusivo della prima parte delle celebrazioni di San Francesco 2019, Sorrentino ha ricordato come “Papa Francesco ha lanciato l’iniziativa del grande evento del marzo del prossimo anno – Economy of Francesco, convocando in questa città le energie più fresche e promettenti dell’economia mondiale per riflettere su come costruire, anche sul terreno spinoso del confronto tra ricchi e poveri, un umanesimo della fraternità. Questo tema di un nuovo umanesimo è così caro alle nostre due regioni. Tra Toscana e Umbria, terre di cultura, di arte e di santità, c’è un vincolo che va ben oltre la vicinanza geografica. Ci aiuti san Francesco a ritrovare, anche nella nostra vita sociale e politica, la via di un dialogo costruttivo. Ma soprattutto – ha concluso Sorrentino – ci insegni la via della pace del cuore”.
Da segnalare che, prima delle celebrazioni di San Francesco 2019, i vescovi toscani, guidati dal cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo metropolita di Firenze, hanno visitato giovedì 3 ottobre, il Santuario della Spogliazione. Durante la breve introduzione nella chiesa di Santa Maria Maggiore il vescovo diocesano monsignor Domenico Sorrentino ha spiegato che il Santuario della Spogliazione è il luogo dove il giovane Francesco, davanti al vescovo Guido e al padre Pietro di Bernardone, fece il gesto profetico di spogliarsi di tutti i suoi beni fino alla nudità. Monsignor Sorrentino ha tra l’altro guidato i vescovi toscani nel luogo dove Francesco espresse, col gesto eclatante e profetico del “denudarsi”, la sua scelta di vita e, successivamente, nei locali sotterranei dove è allestito il “Museo della Memoria, Assisi 1943-1944” che racconta la grande opera di salvezza degli ebrei a cui prese parte anche il “toscanaccio” Gino Bartali, di cui il Museo conserva la sua cappellina privata.
Foto: Rivista San Francesco
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