La stagione venatoria è alle porte e la famiglia di Davide Piampiano, il giovane tragicamente morto durante una battuta di caccia, e i suoi amici, lanciano un appello alla prudenza e alle associazioni venatorie anche “in considerazione del rispetto del ruolo e dell’etica che la caccia deve avere in un civile contesto sociale”. Ma c’è anche il rammarico per la mancata presa di posizione nei confronti di Piero Fabbri, il cui comportamento, quantomeno sul piano “morale”, se non su quello giuridico, è censurabile.
La missiva è firmata da Valeria Piampiano, sorella di Davide, Angelica Sirci, Edoardo Sirci, Michela Armillei, Diego Anastasi, Alessandro Preziotti, Edoardo Ceccarelli, Agnese Roscini, Francesca Mariotti, Filippo Baglioni, Federico Baglioni, Leonardo Tritoni, Federico Mignani, Edoardo Fioriti, Nicola Bonacci, Samuele Piccioni, Federico Guerrini, Valeria e Veronica Rossi, Giulia Passeri, Giada Poggi, Alessandra Sensi e Alessandro Sensi. “È tempo di preparativi per la nuova stagione venatoria che è alle porte – si legge nella lettera riportata anche su Corriere dell’Umbria e Nazione Umbria – e la mente non può che ricordare come anche Davide in questo periodo fosse entusiasta, nonostante il parere contrario di tutta la famiglia, per l’imminente riapertura della caccia, che vedeva come momento di svago, di aggregazione e di condivisione di esperienze con quelli che riteneva essere suoi amici”.
Come detto c’è poi una riflessione sul comportamento del muratore 56enne: secondo le indagini dei carabinieri di Assisi, aiutate anche dalla bodycam del giovane purtroppo deceduto, dopo l’esplosione del colpo fatale Fabbri, invece di chiamare i soccorsi, avrebbe scaricato il fucile del giovane e nascosto il suo fucile e la sua giacca, sostenendo al telefono che Davide, nel frattempo ancora vivo e cosciente, si fosse sparato da solo. Per la difesa quella del ritardo dei soccorsi, seppur deplorevole sotto l’aspetto morale, non avrebbe influito sull’esito fatale: il colpo fatale al fegato avrebbe lasciato Davide senza scampo, anche se i soccorsi fossero stati celeri. Ma la famiglia censura il comportamento di quello che per Davide era come un padre, e ricorda “le menzogne di chi più volte è venuto a casa dei genitori di Davide arrivando a dire ‘fortuna che sono arrivato io altrimenti sarebbe morto da solo’”.
E per questo la sorella di Davide, gli amici e la famiglia si chiedono perché, “A fronte di un comportamento così grave, non solo non hanno preso alcuna posizione molti dei cacciatori della sua squadra, né delle altre squadre, ma, circostanza ancora più grave, non vi è stata alcuna presa di posizione da parte delle diverse associazioni dei cacciatori, nonostante a essere lesa dalle azioni di un singolo sia l’immagine di tutta la categoria dei cacciatori. Sarebbe necessaria un’attenta riflessione – conclude la nota – sul comportamento tenuto”.
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