Dovrà restituire circa 8.000 euro la dipendente comunale di Assisi assenteista dall’ufficio turismo del Comune di Assisi che fu colta in flagrante dai carabinieri mentre andava in palestra in orario di lavoro (già licenziata da tempo grazie al decreto Madia che permette provvedimenti senza attendere il processo penale). Per la procura della Corte dei Conti – secondo La Nazione e il Messaggero Umbria in edicola giovedì 19 luglio – sono ben sei le mensilità da restituire precisamente per un totale di 7.800 euro. L’udienza si è tenuta ieri mattina. L’avvocato dell’ex dipendente, a seguito della richiesta della magistratura contabile (20mila euro comprensivi di diritti di immagine – secondo il Corriere dell’Umbria in edicola venerdì 20 luglio) ha ribadito che “tale richiesta sarebbe spropositata rispetto a quanto venuto fuori dall’indagine avvenuta a seguito di quelle che furono segnalazioni interne”.
I fatti risalgono al marzo del 2017 quando la donna si sarebbe assentata a metà pomeriggio attestando “falsamente attraverso un modulo cartaceo relativo alla mancata timbratura la propria presenza fino alle ore 18”.
Per alcuni mesi le indagini si erano basate sui servizi di osservazione nella piazza del Comune che vennero effettuati di continuo, monitorando anche le immagini del servizio di videosorveglianza. È così che si è arrivati ad accertare che la donna usciva alle 17 anziché alle 18 dal suo luogo di lavoro, attraversava la piazza del Comune del centro di Assisi e si recava in una nota palestra del comprensorio, anche se l’orario di chiusura dell’ufficio era, appunto, più tardi rispetto all’effettiva uscita. Ciò in particolare era avvenuto nelle giornate del 20, 22, 27 e 29 marzo 2017. Nell’indagine, per la quale poi scattò la denuncia, emerse che il soggetto nell’ora in cui era assente lasciava che turisti e visitatori venissero accolti nell’ufficio di settore e di propria competenza da una tirocinante, falsificando l’autocertificazione di presenza.
(Aggiornato venerdì 20 luglio 2018)
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