Fertility Room finisce su Pomeriggio 5: per tutta la giornata di mercoledì le telecamere della trasmissione condotta da Barbara D’Urso hanno girato per la città, riprendendo angoli e scorci, per poi collegarsi in diretta, intorno alle 5 del pomeriggio, con gli studi di Canale 5. Presenti in Piazza del Comune alcuni degli albergatori che hanno dato vita all’iniziativa, che hanno spiegato alle telecamere il senso di Fertility Room, non tanto, o non solo, “convincere” qualcuno a venire a concepire un figlio ad Assisi, ma far parlare della città e dell’Umbria non solo in relazione al terremoto: obiettivo quasi centrato, visto che l’iniziativa ha sì registrato polemiche e prese di distanza locali, ma è finita sui siti di mezzo mondo, seppur venendo in qualche caso – anche mercoledì pomeriggio in studio da Barbara D’Urso – travisata e ridicolizzata anche dagli ospiti in studio.
E intanto mercoledì mattina il Corriere dell’Umbria ha intervistato i cittadini, i commercianti e i turisti sull’iniziativa Fertility Room, che trova anche nella vox populi “reale”, oltre che nei commenti sui social, plausi e critiche: tanti i critici che preferiscono rimanere anonimi, pochi i turisti in città, meno i favorevoli. Tra questi ultimi, il commerciante Francesco Bolletta, che parla di una “Iniziativa apprezzabile, non ci vedo nulla di male né di strano, ben vengano buone idee per Assisi”. Ai turisti l’idea, seppur strana, non sembra dispiacere: la famiglia Cavasin arriva da Detroit, negli Usa, soggiorna poco distante da Assisi e definiscono “Fertility Room un’iniziativa che fa sorridere, è strano”. Mirco Archetti è italiano, vive in America, con la compagna cinese è in Umbria per tre giorni di vacanza e parla di “un messaggio fuori dall’ordinario, in contrasto con i valori del luogo”.
Molti di più i contrari, seppure senza nome: “Troppe chiacchiere sui contenuti, poche sulla concretezza dell’iniziativa – dice un commerciante – trovo che Fertility Room sia un’iniziativa priva di slancio, di cui, fra 15 giorni, nessuno si ricorderà. Serve altro”. Sulla stessa linea un altro cittadino: “Brutta iniziativa nei contenuti, in una città con una storia propria. Tra l’altro – è diretto – se di iniziativa si parla, rivolta solo ad un pubblico giovane. Ad Assisi viene gente di ogni età, serve di più”. C’è chi aspetta i dati: “Se ne parla da una settimana, aspetto i numeri di Fertility Room. Ci sono prenotazioni? Quanti sono gli attratti da ciò? Quanti hanno chiamato gli hotel e arriveranno? Conta questo”.
Ma c’è anche chi, su Fertility Room, si fa domande simili a quelle della politica: “L’iniziativa è stata proposta da alcuni albergatori. Si è percepito che c’è un assessorato al quale l’idea è piaciuta. Chi ha commissionato e poi realizzato il marchio, che tanto ha fatto discutere? L’Amministrazione si è tirata fuori, poi poche parole anche in risposta agli attacchi provenienti a largo raggio. La questione è stata gestita male”. Contestazioni pure dal punto di vista “tecnico”: “Un’iniziativa caratterizzata da un iter complicato – dice un giovane – servono iniziative rapide, immediate. Difficile da provare il concepimento, iter macchinoso, la gente cerca altro”. “Pensare al concepimento ad Assisi? Pensiamo a far riaprire il punto nascita dell’ ospedale, sarebbe meglio”.
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