Nella città della pace, del dialogo e della tolleranza, spunta anche il graffito Duce e una svastica. Succede a Capodacqua di Assisi, in quella che – stando alla segnalazione arrivata ad AssisiNews – è una casa abbandonata. E se altrove gli edifici possono diventare un museo dei graffiti, non ci pare questo il caso di Assisi. Che di bellezze abbonda. Anche senza che la gente, come già avvenuto in passato, si metta a scrivere sui muri.
La scoperta è stata fatta ieri da alcuni cittadini che hanno girato le foto alla redazione. Insieme alle foto, c’era una mappa per localizzare i graffiti. Si tratta di via Cannella, nella frazione di Capodacqua. Le scritte sugli edifici o su altre superfici pubbliche sono sempre stati al centro di aspre polemiche. La legge, al momento, ritiene che il graffitaro sia un vandalo. Il codice penale, infatti, stabilisce che chi imbratta beni immobili o mezzi di trasporto pubblici o privati, rischia la reclusione da uno a sei mesi o la multa da 300 a 1.000 euro.
Se però si tratta di cose di interesse storico o artistico (si pensi a un monumento o un palazzo antico di particolare pregio), la pena sale e si applica la reclusione da tre mesi a un anno e della multa da 1.000 a 3.000 euro. A differenza dell’imbrattamento di cose mobili, quando il reato è commesso ai danni di muri o altre parti di edifici pubblici o privati oppure su vagoni di treni, autobus, tram, automobili, ecc. non c’è bisogno della querela della vittima del reato per procedere alla punizione perché le autorità possono procedere anche d’ufficio.
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