Stava tentando di risolvere un’infiltrazione d’acqua da un negozio di Ospedalicchio Zaim Jacaj, l’operaio 56enne caduto da una scala e deceduto al Santa Maria della Misericordia dopo qualche giorno di agonia. E ora per quell’incidente mortale il titolare della ditta di Bastia Umbra è stato rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio colposo.
L’uomo era caduto da un’altezza di circa 4 metri, ma aveva battuto la testa riportando ferite gravissime. Secondo quanto riportato dal Corriere dell’Umbria, per il pubblico ministero, Giampaolo Mocetti, il titolare della ditta sarebbe responsabile di omicidio colposo per “colpa consistita in negligenza, imprudenza e imperizia” e anche per la “inosservanza della disciplina in materia di tutela della salute, sicurezza e prevenzione degli infortuni nei luoghi di lavoro e delle disposizioni delle norme tecniche”.
Nello specifico all’operaio vittima dell’incidente mortale il titolare non avrebbe fornito una attrezzatura idonea, ma solo “una scala a pioli non in grado di assicurare l’utilizzo contemporaneo di entrambe le mani” e l’assenza di “pianificazione dell’attività di cantiere”. Per il titolare della società il processo prenderà il via a giugno 2024. I familiari dell’operaio sono assistiti dagli avvocati, Delfo Berretti e Carmine Onori. Per il titolare della società il processo prenderà il via a giugno 2024. I familiari d e l l’operaio sono assistiti dagli avvocati, Delfo Berretti e Carmine Onori, per la difesa, l’avvocato Giuseppe Caforio, l’operaio avrebbe scelto autonomamente l’attrezzatura, “in totale difformità rispetto alle istruzioni impartite”.
Foto di Lance Grandahl | via Unsplash
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