Una lettera di minacce a Piero Fabbri – ma ne sarebbero arrivate diverse – con l’invito a guardarsi le spalle perché la vendetta arriverà, anche se servita fredda. La notizia è stata lanciata da diversi giornali e telegiornali, e “la famiglia Piampiano, tramite l’avvocato Matarangolo, fa sapere che prende le distanze e stigmatizza tali metodi violenti, che si nascondono dietro l’anonimato, sperando di farla franca. Come ha già affermato, per la dolorosissima perdita di Davide non chiede vendetta, ma solo un responso chiaro e approfondito dalla giustizia terrena. Spera che le indagini degli inquirenti possano scoprire i responsabili del grave gesto, ovunque gli stessi si annidino.”.
Piero Fabbri è l’uomo accusato di aver ucciso Davide Piampiano, il giovane 24enne che ha tragicamente perso la vita sui monti del Subasio. Da settimane la vicenda è al centro di una intricata battaglia legale ma a volte anche mediatica. Secondo la ricostruzione del Tg3 Umbria, la lettera di minacce a Piero Fabbri è anonima, con insulti e minacce esplicite, è stata recapitata per posta nel negozio della moglie, una parrucchieria in una frazione dell’assisano. Un testo interamente a caratteri maiuscoli scritto al computer che invita la donna a tenere nascosto il muratore di Assisi: a Fabbri viene consigliato di “guardarsi sempre le spalle” e che “la vendetta è un piatto da servire freddo” ma che “comunque verrà servito”. Segue l’invito finale, in un carattere più grande dei precedenti: “VIA DALLA NOSTRA CITTÀ”. “Abbiamo subito allertato i carabinieri che svolgeranno indagini. Abbiamo intenzione di chiedere la tutela di Fabbri alle forze dell’ordine. Questo episodio non è altro che un’escalation della violenza verbale iniziata sui social network. Quanto prima – le parole dell’avvocato Luca Maori a Umbria24.it – presenteremo una denuncia querela per minacce gravi”.
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