(Flavia Pagliochini) Anche Bastia Umbra è alle prese con la conta dei danni dopo il maltempo: le zone più colpite sono quelle intorno al Chiascio che è esondato gonfiato anche dal Tescio, via Firenze ma non solo; a mobilitarsi per ripulire fango e acqua tanti cittadini e associazioni. Come spiega il sindaco Paola Lungarotti al Corriere dell’Umbria in edicola oggi, “domani (il 29 giugno, ndr) andiamo in Regione: a essere convocati, oltre noi e Assisi, anche Valtopina e Nocera Umbra”. Per quanto riguarda la conta dei danni, “Faremo una valutazione anche alla luce delle indicazioni della Regione, ma la speranza è di poter conteggiare anche la rimessa in sicurezza e il ripristino dei massi nella zona dell’argine e delle paratie. Per il momento è chiuso il percorso verde e le passerelle sono interdette, ma dobbiamo valutare anche le condizioni dell’alveo di Tescio e del Chiascio, al momento invasi dai detriti. Inoltre stiamo valutando come poter aiutare direttamente i cittadini colpiti dagli effetti del maltempo”.
E mentre ad Assisi i residenti delle zone di montagna chiedono maggiore attenzione (in particolare per la zona della strada che porta a La Palombara, zona Pian della Pieve, dove la copertura in breccia è partita ed è rimasta la nuda roccia, vedi foto nella gallery) e sollecitano la Provincia a pulire dalla rotonda della Bella Napoli fino a Via del lavoro, non solo il fosso ma anche al di là del guard rail, a Bastia dopo il maltempo continuano i botta e risposta proprio sul ponte e sulle paratie del Chiascio: per l’ex segretario dem Erigo Pecci l’opera sarebbe stata criticata dal centrodestra quando amministrava la sinistra e la sponda “è solo frutto della lungimiranza di alcuni, visto che il centrodestra ha sempre subito queste scelte con disagio” senza dimenticare “la previsione della sponda in quel punto è propedeutica alla realizzazione del sottopasso di Via Firenze, progetto ben precedente alla giunte di destra”.
Il vicesindaco e assessore Francesco Fratellini unitamente a tutto l’intergruppo comunale di centrodestra ricorda che “durante la sindacatura Lombardi la Provincia realizzò l’argine in terra battuta lungo via Silone e di fianco il Centro Fieristico, a seguire i lavori di arginatura lungo la zona industriale. La Provincia realizzò anche la vasca di espansione lungo il Chiascio. Le opere di messa in sicurezza del Tescio non furono mai attenzionate fino all’approvazione definitiva del PAI del Chiascio (che include anche il Tescio) nel 2015. La giunta Ansideri scelse inoltre di progettare l’argine sul Tescio mettendolo nel piano delle opere pubbliche e per farlo subito furono stanziati 350mila euro dal bilancio comunale (anche se la competenza è regionale) e insieme alla Regione, contribuì anche l’impresa ‘responsabile’ del sottopasso con la messa a disposizione del progetto e di un contributo di 40mila euro. Quindi – la stoccata finale di Fratellini a Pecci – nessuna ‘pompa magna’ e nessuna ‘lungimiranza di alcuni’. La messa in sicurezza della rivierasca (oggi via Silone) e della zona industriale fu realizzata dalla Provincia, mentre l’argine sul Tescio è stato progettato e lo sta realizzando il Comune con il finanziamento della Regione, dello Stato (che ha sostituito il finanziamento comunale) e di privati”.
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