C’è solo da attendere la data dell’udienza preliminare nel processo per l’omicidio di Davide Piampiano. Come riporta il Corriere dell’Umbria il 14 gennaio 2025, dopo la chiusura delle indagini una mesata fa, l’avvocato di Piero Fabbri, Luca Maori, aveva chiesto un patteggiamento per il suo assistito, accusato di omicidio colposo e non più di omicidio volontario, l’accusa con cui era stato arrestato e che, non senza perplessità, è stata “ridimensionata”.
Il pm di Firenze, titolare del fascicolo, ha negato il consenso alla difesa del cacciatore 57enne. E ha chiesto il rinvio a giudizio, anche se già nell’udienza preliminare Maori potrà chiedere di nuovo un patteggiamento per Fabbri. L’indagato non ha depositato memorie né ha chiesto di essere sentito. Come noto la difesa – gli avvocati Franco Matarangolo, Giovanni Flora e Francesco Maresca – ritiene che la ricostruzione dei fatti farebbe configurare l’ipotesi dell’omicidio volontario, nella forma del dolo eventuale.
“L’impianto accusatorio, contenuto nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, ci lascia perplessi, rilevando nello stesso capo d’imputazione qualche contraddizione, che induce a ritenere che si potesse ipotizzare un delitto di diversa gravità. La contraddizione diventa ancora più netta se l’ipotesi accusatoria è messa a confronto con il contenuto degli atti di indagine, ivi comprese le consulenze tecniche delle difese delle persone offese e, financo, quella balistica del Pubblico Ministero”, avevano spiegato nelle scorse settimane i legali.
A sostegno della loro tesi, diversi elementi che sarebbero incompatibili con la versione di Fabbri che sostiene di aver sparato un cinghiale. Tra questi il “dislivello roccioso verticale di circa due-tre metri” in cui un cinghiale non potrebbe mai passare; l’altezza al quale il colpo che ha provocato la morte di Davide Piampiano è stato sparato, non quella di un cinghiale; le tempistiche dello sparo che ha portato all’omicidio di Davide Piampiano, incompatibili con una reazione “di getto”. (Nella foto la zona del delitto in un servizio del Tg3 Rai Umbria)
© Riproduzione riservata