Erano in tantissimi i fedeli che hanno voluto salutare Papa Francesco allo stadio “Migaghelli” di Santa Maria degli Angeli. Il Santo Padre, salutato dalle massime cariche istituzionali, dalla presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, dal sindaco di Assisi Stefania Proietti, e da mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi, Nocera Umbra e Gualdo Tardino, ha lasciato Assisi alle 19.03, ora in cui l’elicottero è decollato per il rientro in Vaticano. Il corteo papale ha accompagnato Papa Francesco, che anche in partenza ha voluto rallentare la corsa dell’auto dove era seduto, in alcuni tratti per salutare i tanti cittadini di Assisi, Santa Maria degli Angeli e non solo, assiepati lungo il percorso.
“Grazie a tutti gli Illustri Rappresentanti delle Chiese cristiane e delle grandi religioni mondiali – è il saluto del sindaco di Assisi, Stefania Proietti – a nome della città di Assisi porgo i più sentiti ringraziamenti. Assisi è luogo, da sempre, di dialogo, sulle orme del Serafico Padre San Francesco. Assisi sarà Vostra alleataper la cura dei poveri, del Creato e della Pace. A nome mio e dell’Amministrazione, di tutti i cittadini, mi unisco a Voi affiché lo “Spirito di Assisi” vinca l’indifferenza e porti speranza ovunque e sempre“.
Una giornata lunga, che era cominciata alle 11.25 di questa mattina, ora di arrivo ad Assisi del Papa. Alle 12 Papa Francesco è entrato al Sacro Convento, dove ha pranzato con i capi religiosi e le personalità, partecipanti all’incontro “Sete di pace”. Tra di loro anche 12 rifugiati provenienti da paesi in guerra, attualmente accolti dalla Comunità di Sant’Egidio.
All’inizio del pranzo che si è svolto nel refettorio del Sacro Convento, il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, aveva rivolto il suo benvenuto a Papa Francesco “in questa arca di Noè” che è stato l’incontro internazionale “Sete di pace” di Assisi. “Siamo tutti insieme qui da qualche giorno – aveva aggiunto – per discutere e lavorare per la pace”. Espresso anche il suo saluto a Bartolomeo I per l’anniversario dei venticinque anni di patriarcato ecumenico “che ha unito nella sua persona i due mondi dell’Oriente e dell’Occidente, polmoni della fede che ci aiutano ad andare avanti e a proteggere dalla guerra e dalla violenza tante persone che soffrono”. La presenza dei rifugiati allo stesso pranzo – aveva concluso Impagliazzo – “non è solo un simbolo, ma una realtà, perché ogni religione cammina accanto e insieme ai poveri, come lei Padre santo, ci insegna sempre”.
“Una giornata memorabile, che saremo chiamati a rileggere e riprendere in molti momenti”: padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi, ha parlato così del meeting “Sete di pace” che si è concluso oggi. “Il Papa – ha detto ancora padre Fortunato – ha fatto sì che l’incontro di oggi fosse contraddistinto da profonda cordialità e amicizia tra i leader religiosi. Ad Assisi si è respirata una umanità bella“.
Si è chiusa una tre giorni imponente, con i tanti capi delle religioni che insieme a Papa Francesco, ormai di casa ad Assisi, hanno intrapreso un nuovo cammino di fratellanza affinché “la pace sia davvero possibile”. A distanza di trent’anni dalla preghiera che volle fortemente Papa Giovanni Paolo II, nello stesso luogo dove oggi si sono radunate persone provenienti dall’intero pianeta, tutti insieme hanno voluto gridare forte al mondo la grande “Sete di Pace”.
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