Ottiene la pensione di invalidità per il figlio dichiarando di risiedere in Italia, ma gli agenti dell’Ufficio Immigrazione del Commissariato di Assisi scoprono che è tutto falso. Nel corso dell’istruttoria per il rinnovo di un permesso di soggiorno ad una cittadina di nazionalità albanese, infatti, i poliziotti hanno accertato che la donna faceva la pendolare tra l’Italia e l’Albania, dove effettivamente abitava e che la sua residenza ad Assisi fosse solo fittizia.
La donna, una 48enne albanese, avrebbe preso la residenza ad Assisi, riuscendo così ad ottenere un permesso di soggiorno per assistenza al figlio minore, nato in Albania, nato con gravi patologie irreversibili. Per tale motivo gli veniva riconosciuto un permesso di soggiorno per potersi sottoporre alle cure mediche del nostro SSN ed essere assistito in modo continuativo come necessario e dall’anno 2015, risultava titolare di prestazioni Inps in qualità di tutore di minore invalido con la necessità di assistenza continua, pari all’erogazione di circa 500 euro mensili.
Attraverso l’analisi dei numerosissimi timbri di ingresso e uscita sul passaporto del minore emergevano, però, brevi soggiorni in Italia intervallati da lunghe permanenze in Albania. La donna, nonostante si trovasse in Italia da dieci anni, non parlava ancora bene la lingua italiana tanto da dover ricorrere per la gestione della loro pratica all’aiuto di un parente o di un interprete. Il minore, inoltre, non risultava iscritto in nessun istituto scolastico di Assisi.
Il permesso di soggiorno straordinario, inoltre, è valido solo in Italia e non consente di lasciare il territorio nazionale perché la partenza dall’Italia del minore sarebbe stata rischiosa in ragione della sua salute. Dall’indagine è emersa anche la corrispondenza dei viaggi della donna con i prelievi dal libretto postale del figlio, libretto dove veniva versata la pensione di invalidità del ragazzo e gestito dalla donna.
Controllando le degenze del ragazzo all’ospedale pediatrico che lo aveva in cura, emergeva che nell’ultimo anno non aveva effettuato alcun accesso, pur essendo bisognoso di cure. La donna è stata denunciata in stato di libertà la donna per il reato di truffa ai danni dello Stato.
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