Che fine ha fatto la riqualificazione del Pincio? A febbraio l’amministrazione aveva promesso nel giro di un paio di mesi la messa in sicurezza delle piante pericolose, ma della messa in sicurezza e al riordino vegetazionale della lecceta e non c’è traccia e il bosco del Pincio è nelle stesse condizioni nelle quali è stato lasciato il giorno della chiusura, come segnala polemicamente su Facebook l’ex dirigente del settore attività culturali della Provincia di Perugia Maurizio Terzetti.
Ma le cose – fermo restando che la deadline estiva come potenziale riapertura, parziale, della struttura, rimane in piedi – non sono così semplici. “Gli esperti al lavoro sulla riqualificazione del Pincio hanno riscontrato una situazione più grave di quanto credevamo”, spiega l’assessore Alberto Capitanucci al Corriere dell’Umbria in edicola a inizio settimana. “Gli alberi da abbattere sono pochissimi, ma considerato che in passato nessuno si è occupato della riqualificazione del patrimonio arboreo, gli altri alberi, per cercare la luce, non si sono sviluppati solo in altezza, ma anche in larghezza. Quindi è necessario un surplus di esami, che dovrebbero concludersi nel giro di due-tre settimane”.
Poi, per gli abbattimenti e le potature (tale intervento riguarderà anche le alberature dell’area di piazzale Trento e Trieste) non prenderanno più di pochi giorni, circa una decina. L’obiettivo è di chiudere con questa fase della riqualificazione del Pincio entro fine maggio-giugno. Dopo di ciò, quando il parco non sarà più “una selva oscura”, si potrà pensare alla riqualificazione della struttura”. L’assessore conferma la necessità di cambiare “pensiero” sul parco: “Tutti lo immaginano come un contenitore di eventi, ma in realtà è un contenuto, un importante tesoro cittadino, per il quale va pensata una riqualificazione seria. Mi piace pensare a una riqualificazione del patrimonio arboreo e non solo del ‘generico’ Pincio”.
E così è improbabile che torni il laghetto con le barche, anche se l’acqua rimarrà “come tema di riflessione”, anticipa Capitanucci. Inoltre, si sta pensando a come poter utilizzare la zona del teatro. L’assessore ribadisce comunque che “Al termine di questa prima fase il Pincio tornerà già ad essere fruibile, libero da rischi evidenti, seppur con la parziale interdizione di alcune zone. La seconda fase punta invece a completare in forma organica il ‘restauro ambientale’ del parco: il ripristino e rifunzionalizzazione dei percorsi, dei terrazzamenti e dei manufatti originari e reinterpretazione in senso attuale dei servizi, degli accessi, dell’illuminazione, della relazione con il tema dell’acqua”.
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