La Rocca Maggiore e la Torre del Popolo sono state riconosciute “Monumenti Vivi” per la presenza di diverse specie protette, tra cui rondoni, rondini, balestrucci, chirotteri e falchi. E per questo, visto che i due monumenti laici principali sono interessati da lavori di riqualificazione, con l’avvicinarsi della stagione riproduttiva alcune specie citate, che sono anche migratorie, rischiano di trovare i siti di nidificazione distrutti o il cui accesso sarà impedito a causa della chiusura delle cavità o per la presenza di impalcature con teloni.
Esempio lampante è quello della Torre del Popolo, dove i Carabinieri forestali di Perugia e il Comune di Assisi hanno installato una cassetta nido sulla cima della torre per favorire la presenza permanente di una coppia di falconi avvistata più volte in città; ma ci sono anche piccole specie animali come pipistrelli, gechi, rondini, rondoni e altre che sfruttano palazzi e manufatti per nidificare e rifugiarsi, hanno ruolo importante nell’ecosistema urbano cibandosi di insetti e invertebrati (si stima che un rondone comune cacci fino a 30mila insetti al giorno), mentre falchi e taccole possono contribuire al controllo delle specie problematiche come i colombi.
“Le preoccupazioni per la tutela delle specie protette – spiega l’associazione Monumenti Vivi, che ha sede a Torino e ha raccolto le preoccupazioni dei residenti – riguardano due aspetti: da un lato la presenza di impalcature con teloni di protezione impedisce l’accesso temporaneo ai siti di nidificazione (disturbo o impedimento alla riproduzione nella stagione); dall’altro, gli interventi di restauro che prevedono la distruzione di nidi di rondine e balestruccio e azioni di lotta ai colombi rischiano di ridurre il numero delle cavità e degli accessi in modo permanente (distruzione nidi e chiusura indiscriminata degli accessi alle cavità). Infine, oltre al pericolo della mancata nidificazione, si segnala anche quello di morte diretta degli animali che in alcuni casi vengono murati vivi durante i lavori”.
Secondo l’associazione, “Tali interventi porterebbero a decimare le colonie di queste specie protette, alcune delle quali in pericolo di estinzione, che non troverebbero posti dove rifugiarsi o nidificare. Per questo, ricordando tra l’altro che la Costituzione rafforza i divieti di distruzione dei nidi e l’uccisione di specie animali stabiliti dalla Legge 157/1992, tanto più che il Codice penale punisce il maltrattamento e l’uccisione di animali (artt. 544 bis/ter, 727) – Monumenti Vivi auspica che tutti “cooperino attivamente nella tutela della vita degli animali selvatici, salvaguardando la biodiversità e adottando le corrette soluzioni”.
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