Dopo i timidi, incoraggianti segnali della settimana scorsa, il turismo ad Assisi comincia ad ingranare, e si rivedono i pellegrini e i primi gruppi. Tra questi c’è anche chi il virus lo ha visto da vicino, persone che hanno vissuto l’incubo più da vicino sono riuscite a portare ad Assisi (ma andranno anche a Norcia e Castelluccio) sorrisi e speranza.
Uno dei gruppi arrivati in città il 25 giugno – e si fermeranno fino al 28 – arriva da un paese a trenta chilometri da Bergamo. Sono un’associazione di volontariato locale AVULSS (Associazione volontariato unità locali Socio sanitarie, che assiste anziani, disabili e persone bisognose) di Agrate Brianza, che organizza una volta all’anno pellegrinaggi in territorio nazionale e non. “La paura era palpabile. L’anno scorso abbiamo fatto la via Francigena del sud, due anni fa il percorso da Subiaco a Montecassino e quest’anno era previsto il cammino di Santiago, la parte portoghese. Visto gli annullamenti abbiamo concordato e deciso di venire ad Assisi. Un po’ perché – hanno spiegato allo staff dell’Hotel Il Castello – mancavamo da tanto e un po’ per riprendere la vita, non la normalità, ma comunque ritrovarci, nel senso profondo del termine. La scelta è stata fatta anche per quello che rappresentano dal punto di vista spirituale Assisi e il suo Santo Francesco. Questo è per noi un cammino e un momento di comunità completa. (…) Da Assisi riporteremo tantissimo , abbiamo visto finalmente la Basilica di San Francesco e grazie anche alle parole di un frate che ci ha guidato abbiamo fatto esperienza di spiritualità e di storia, una spiritualità vera e semplice. Porteremo con noi Il crocefisso di San Damiano, la vita e la verità dell’esempio di Francesco”.
Rimane però qualche criticità, sul turismo ad Assisi e connessi. I negozi aprono perlopiù nel weekend, qualcuno anche durante la settimana con orario ridotto, ma gli incassi sono scarsi rispetto agli altri anni e si spera che il Comune agisca al più presto: “Ho riaperto dopo la ripartenza della mobilità tra regioni – spiegava qualche giorno fa Michela Cuppoloni, titolare di Arte Assisi dal 1947, al Corriere dell’Umbria – e sebbene la situazione sia ovviamente migliore rispetto al periodo del lockdown e alla mobilità ridotta, si lavora poco e niente. Alcuni comuni hanno tolto il check point e addirittura la tassa di soggiorno, tanti organizzano già piccoli eventi, l’amministrazione di Assisi cosa fa?”.
E poi c’è il problema degli eventi, che il Comune presenterà nei prossimi giorni ma che al momento latitano. Nei giorni scorsi il presidente della Confcommercio Di Santi aveva chiesto alla giunta “un piano di comunicazione e promozione che renda la città attrattiva anche verso le regioni limitrofe: il Comune ad esempio potrebbe organizzare degli eventi in sicurezza nei weekend, come piccoli concerti e altre iniziative”.
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