“Il Cortile di Francesco 2018, che si terrà ad Assisi da oggi a sabato 22, ha come tema ‘Le Differenze’ e sarà l’occasione per riproporre il Manifesto di Assisi, sottoscritto nel 2017 da più di 200 tra giornalisti, scrittori, intellettuali, religiosi, associazioni e semplici cittadini. Un appello ad abbattere i muri dell’ignoranza, a mettere in atto le buone pratiche che consentono di scrivere e, soprattutto, di comunicare tramite i media in modo adeguato e rispettoso”.
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È quanto ha dichiarato padre Enzo Fortunato, durante un’intervista a Rai Unomattina: “Parleremo di questi temi – ha aggiunto – sabato al Cortile di Francesco 2018 con il presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Giuseppe Giulietti. Le parole – ha sottolineato padre Fortunato – sono come pietre: possono costruire ponti, ma anche far male. È nostro dovere di comunicatori usarle nel modo appropriato, dando cioè voce ai più deboli, diventando scorta mediatica della verità, utilizzando le potenzialità che il web offre. È necessario, inoltre, valorizzare le differenze: tutti nasciamo come originali ma rischiamo di morire come fotocopie”.
“Quest’anno – scrive il custode Padre Mauro Gambetti nel suo saluto ai partecipanti del Cortile di Francesco 2018 – la manifestazione intende valorizzare le peculiarità dell’essere: Differenze, candidandosi definitivamente a divenire il luogo che tutti accoglie. Al Cortile di Francesco i “differenti” possono trovare una tenda sotto la quale aprirsi reciprocamente all’ascolto e alla comunicazione. Ivi è possibile fare un’esperienza di incontro con l’altro da noi. L’incontro nel segno di un abbraccio. È nel Dna del francescanesimo: scendere fin dove è necessario per potersi amare gli uni gli altri. Ogni volta che pensiamo ad una nuova edizione del Cortile di Francesco, abbiamo nel cuore lo spirito di fraternità del Poverello di Assisi: nessuno inferiore, nessuno straniero, nessuno escluso, nessuno uguale; tutti poveri; tutti pellegrini e forestieri; tutti soli; tutti degni”.
“Francesco, seguendo le orme di Gesù, lo testimonia. Noi – aggiunge Gambetti – lo abbiamo imparato: val la pena accogliersi gli uni gli altri, perché i “differenti” da noi sono l’opportunità che ci è donata, sono la condizione ineludibile per la pienezza della vita. Sperimentare l’armonia nella pluralità, la familiarità che fa trovare casa nel cuore dell’altro, l’inclusione di ciascuno – “gentile” come noi – e la limpida bellezza di ogni uomo colma l’esistenza di una felicità che schiude la visione del Cielo dentro di noi e intorno a noi. Che tutti possano farne esperienza, mio Dio!”.
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