Un capillare sistema di sicurezza e gestione ambientale e un confronto costante col territorio e le istituzioni. È la risposta delle Fonderie Tacconi a chi le accusa di essere un pericolo per Santa Maria degli Angeli.
A precisare, tramite il Messaggero Umbria, è l’amministratore delegato, Pietro Tacconi, già intervenuto sul tema al tavolo inter-istituzionale. “Ognuno dei tredici camini è dotato di sonde ‘triboelettriche’. Esse, in tempo reale, sono in grado di evidenziare eventuali anomalie”, spiega Tacconi. “Abbiamo investito milioni di euro in sicurezza e nel filtraggio. Quattro addetti si occupano di gestione ambientale e sicurezza dello stabilimento e il personale è sensibilizzato sulle tematiche ambientali. Non ci stiamo ad essere considerati una ‘bomba ecologica’”.
Tacconi ricorda che i problemi sono cominciati quattro mesi fa con un principio di incendio spento in 20 minuti, seguito da allarmi infondati, lanciati anche via social. “Le fonderie Tacconi sono in possesso di regolare Aia e dal 2004 della certificazione ambientale Iso 14001”, spiega Ivan Stefani, ingegnere responsabile sicurezza e gestione ambientale. Ma non è solo una questione di forma, visto l’esito delle rilevazioni.
“Fatto 100 il limite delle emissioni di polveri consentito dall’Aia, i 13 camini si mantengono sotto il 35%, il flusso di massa di polvere sotto il 20%. Per le emissioni di altre sostanze il cui monitoraggio è previsto dall’Aia, la concentrazione in alcuni casi è al di sotto di 10/100 volte i valori limite autorizzati”, spiega Stefani. Inoltre, non ci sono rischi per l’acqua. Come spiega Tacconi, “Lo stabilimento sorge su un’ex cava di argilla, sopra uno strato di 10 metri di materiale inerte. Questo, evita ogni tipo di infiltrazione nelle falde”. Infine, il fumo bianco che spesso e volentieri viene segnalato dai social è semplicemente “vapore generato dall’acqua utilizzata per il raffreddamento dei forni elettrici”.
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