Il turismo in crisi per il coronavirus è una realtà di fatto e da Assisi una serie di proposte operative per fronteggiare le ripercussioni economiche derivanti dalla diffusione del Covid-19. Venerdì mattina nel Palazzo Comunale, si è svolto un incontro, voluto dall’Amministrazione, con i rappresentanti di Federalberghi, Confcommercio, Fiavet, Guide Turistiche e altri operatori del comparto, proprio per affrontare il tema degli effetti di una situazione che si preannuncia come una calamità economica che richiede l’impegno immediato delle istituzioni a tutti i livelli, da quello locale a quello europeo (non escluso quello della Banca europea). Impegno che sia in grado di sostenere il tessuto socio-economico, non solo con assoluta attenzione a famiglie e lavoratori dipendenti (con opportuni e adeguati strumenti di ammortizzazione sociale) ma anche con riferimento ai soggetti economici di tutti i settori (turismo, trasporto, servizi, manifattura, professioni, ecc).
Proprio il turismo è il comparto più danneggiato con valanghe di disdette di prenotazioni e dal primo momento di quest’emergenza ha lanciato un forte grido d’allarme perché Assisi rappresenta da sola il 25 per cento delle presenze e arrivi in Umbria. Comunque la situazione economica sta già generando un effetto domino che interessa (a vario livello) la drastica diminuzione di liquidità di tutti i soggetti economici con rischio di default entro pochi mesi.
Per contrastare il Turismo in crisi per il coronavirus, da Assisi arriva la proposta di ammortizzatori sociali per tutti i lavoratori comunque denominati (dipendenti, autonomi, professionisti, ecc.); moratoria di dodici mesi di tutte le scadenze fiscali, contributive, assicurative Inail (sia correnti che quelle affidate all’Agente della riscossione), delle bollette per utenze, dei mutui e finanziamenti comunque denominati, dei termini previsti nei vari bandi pubblici correnti; innalzamento della soglia europea prevista per gli aiuti in deroga; rimodulazione dei fondi strutturali previsti nei vari POR-FESR e FSE; contributo di liquidità, linee di liquidità speciale, fondi di garanzia e altre misure volte a favorire e sostenere il ricorso al credito; deburocratizzazione degli appalti pubblici finalizzata alla rapida realizzazione degli stessi, ecc. .
Queste sono solo alcune delle idee e richieste emerse durante l’incontro. A questo si aggiunge la necessità di urgenti misure compensative delle minori entrate comunali per effetto della calamità economica da coronavirus.
In tal senso, la proposta elaborata è semplice e interessa il Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità che ogni Comune dal 2015 è tenuto a costituire e rimpinguare ogni anno. Nel Fondo della Città di Assisi ci sono circa 10 milioni ma non possono essere “toccati” dagli amministratori locali, in sostanza i Comuni sono obbligati a versare risorse nel Fondo senza poterle usare.
La proposta emersa dal Tavolo di sostegno alla filiera del turismo come prima e immediata risposta alle difficoltà economiche di tutti coloro che ad Assisi comunque vivono di (e con il) turismo, quindi imprenditori, commercianti, professionisti, dipendenti, ecc., è di sbloccare una parte di quel Fondo e destinarlo a una moratoria fiscale di dodici mesi di tasse e imposte locali per i cittadini e per l’intera filiera, non escludendo provvedimenti di riduzione e/o sgravio delle stesse.
Sui tempi, il quantum e le modalità bisogna sedersi attorno a un tavolo, ma di sicuro sarebbe un segnale incisivo e di vicinanza alle famiglie, alla gente che lavora e produce e la diminuzione (di almeno il 70%) o l’azzeramento dell’accantonamento di risorse “correnti” al Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità (FCDE per gli addetti ai lavori, che, è bene ricordarlo, dal 2015 ad oggi è passato dal 36% al 90-100%), costituirebbe la più importante misura rapidamente attuabile già in sede di bilancio preventivo 2020, per chi non lo avesse ancora approvato, o con una semplice “variazione di bilancio” negli altri casi.
Per attuare tale proposta per contrastare il turismo in crisi per il coronavirus (e a cascata gli altri comparti) occorre, tuttavia, la volontà del legislatore nazionale di consentire ai Comuni la immediata possibilità di liberare risorse finanziarie del bilancio corrente da destinare parte a misure straordinarie di contenimento delle inevitabili minori entrate tributarie comunali per effetto della già citata “calamità economica” e parte a favore di famiglie, cittadini e soggetti economici. Questa è la proposta del Comune di Assisi e delle associazioni di categoria, che può essere considerata apripista a livello nazionale, in riferimento alle misure da adottare in un momento così delicato, proposta che dovrà arrivare sul tavolo nazionale ed europeo attraverso la Regione e l’Anci.
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