Si è svolta nei giorni scorsi ad Assisi l’assemblea convegno della consulta nazionale antiusura dal titolo “La lotta all’usura nell’esperienza francescana e nel servizio delle Fondazioni Antiusura, oggi”.Dal convegno sull’usura è emerso che sono quasi 2 milioni le famiglie italiane sovra indebitate. Tra il 2006 e il 2016 l’aumento è stato del 53%. Niei dieci anni passati i redditi da lavoro dipendente sono calati del 14,6% e quelli da lavoro autonomo del 32%. A incrementare la ricchezza del Paese sono state solo le pensioni, cresciute del 25%, molto oltre il tasso d’inflazione cumulato in 10 anni (circa 15 punti) e dunque con incremento reale di 10 punti “tondi”.
Per reagire, famiglie e imprese hanno venduto, soprattutto oggetti di valore domestici (monili, anelli, ricordi di nozze, soprattutto nei 35.000 sportelli di Compro Oro). Nello stesso tempo, è calato il valore del patrimonio immobiliare e il valore dei beni aziendali, cioè del capitale costante (sedi, dotazioni strumentali eccetera) dsi è più che dimezzato. Le famiglie che hanno contratto debiti nel 2006 erano risultate poco meno di 8 milioni e nel 2016 circa 6 milioni e 240 mila. I nuclei più in difficoltà sono quelle con più di 4 componenti e dove c’è un solo percettore di reddito, soprattutto se questo ha meno di 39 anni. E quando non si è in grado di pagare le rate dei mutui, aumenta anche il gioco d’azzardo che oggi vale oltre 100 miliardi di euro, il doppio del 2009, con 120.000 punti di raccolta.
L’indebitamento patologico può derivare dalla richiesta di un prestito di sussistenza (per alternativa a un reddito che manca alla famiglia) per caduta del flusso di reddito primario, con conseguente emergenza dei bisogni del minimo vitale e dello stato di povertà. Si rischia di cadere nell’usura a seguito della richiesta, al di fuori del circuito delle istituzioni bancarie, di un credito d’impianto alla micro impresa familiare (commercio, pubblici esercizi e, in misura ridotta, artigianato) o dell’ottenimento di anticipazioni monetarie e/o di fornitura di merci, mezzi di produzione. Ma si fa ricorso agli usurai per prestiti dovuti a situazioni d’emergenza, “anche in conseguenza della dissoluzione di reti familiari di solidarietà”, dice il rapporto.
Sono 7.501 le famiglie che nel corso del 2017 si sono rivolte ad una delle trenta Fondazioni antiusura presenti in Italia e 904 le pratiche finanziate e garantite con fondi statali pari a 20.753.891 euro. Non solo. In 23 anni di lotta all’usura in Italia, sono stati 123.926 gli ascolti di persone indebitate a rischio e a usura e 20.222 le pratiche finanziate con fondi statali pari a 413.232.029 euro. Questi i numeri che emergono dalla relazione al bilancio annuale della Consulta nazionale antiusura, approvato all’unanimità ad Assisi durante l’assemblea ordinaria (22-23 giugno).
Tra i partecipanti al convegno sull’usura, Mons. Nunzio Galantino, Segretario Generale Conferenza Episcopale Italiana, il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, monsignor Alberto D’Urso, Presidente della Consulta Nazionale Antiusura, S.E. Mons. Domenico Sorrentino, Vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, padre Giuseppe Renda, Custode della Basilica di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola, padre Mauro Gambetti, Custode del Sacro Convento e l’ing. Stefania Proietti, Sindaco di Assisi; a moderare gli interventi dei vari docenti universitari interventi, Marco Tarquinio, direttore di Avvenire.
Foto © Mauro Berti
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