Nella parte della seduta odierna dell’Assemblea legislativa dell’Umbria dedicata al “question time” il consigliere regionale Claudio Ricci ha interrogato l’assessore Fabio Paparelli per conoscere “se, rispetto all’accordo sindacale raggiunto sulla vertenza Colussi, che prevede, su 125 esuberi, il licenziamento di 64 unità, esistono margini per modifiche migliorative, tese a salvare tutti i posti di lavoro, attivando, per sostenere lo sviluppo della Colussi, risorse europee in dotazione alla Regione Umbria e nazionali. Negli ultimi dieci anni – ha detto Ricci – molte analisi, socio economiche, fanno emergere un sistema regionale fragile, più di altre regioni italiane, che non ha avuto una ottimale resistività agli indotti negativi causati dall’andamento economico internazionale. La tutela di ogni posto di lavoro è un atto da considerare essenziale, soprattutto in Umbria dove l’Istat indica in 15mila i posti di lavoro da riattivare per compensare gli effetti decennali della crisi”.
L’assessore Paparelli ha risposto che “l’azienda Colussi rappresenta un punto di riferimento per l’industria agroalimentare umbra e dal 2014 aveva avviato un piano industriale per investimenti complessivi di 40 milioni, che purtroppo non ha portato all’esito sperato. Nel marzo 2017 il Gruppo ha presentato un nuovo piano industriale che, unitamente a nuovi investimenti, prevede la riduzione in termini di tipologia di prodotto e ridimensionamento dei volumi complessivi con una una diminuzione dell’organico. Abbiamo monitorato costantemente e puntualmente la vertenza Colussi attraverso numerosi incontri con le parti nel corso alle quali abbiamo manifestato la disponibilità a supportare il piano di rilancio industriale con la strumentazione disponibile al fine di dare continuità e prospettiva al sito e scongiurare interventi sui livelli occupazionali. Nonostante questo l’azienda, il 10 ottobre, ha aperto la procedura di licenziamento collettivo per 125 lavoratori e dato avvio alla fase di consultazione tra le parti. Il confronto è stato condotto faticosamente, con un accordo che prevede l’uscita di 64 dipendenti di cui 59 operai. L’accordo prevede nello specifico, per una decina di operai che sono in condizioni di poter agganciare il pensionamento, la possibilità di un incentivo di 7mila euro più il ricorso alla Naspi. Per tutti gli altri, in caso di dimissioni volontarie, è previsto un incentivo di 20mila euro per ciascuna unità”.
Sempre Paparelli ha ricordato come, al termine della vertenza Colussi, “L’azienda si è inoltre impegnata per ciascuno di loro per un programma di formazione e riqualificazione professionale alla luce delle nuove esigenze produttive e organizzative. L’esito dei contenuti dell’accordo sottoscritto è stato votato a larga maggioranza dall’assemblea dei lavoratori. La Regione, tenendo conto delle altre criticità emerse nell’agroalimentare umbro, ha previsto un tavolo specifico di confronto con le parti sociali per approfondire queste tematiche dei grandi gruppi umbri. L’obiettivo della Regione è quello di salvaguardare e tutelare i lavoratori soggetti a uscita dal processo produttivo cercando di contenere i conseguenti impatti sociali. Per questo abbiamo provveduto e provvederemo a sostenere i lavoratori della Colussi che usciranno dal processo produttivo attraverso la rete dei nostri servizi per l’impiego. L’obiettivo comune è quello dunque di seguire uno per uno i lavoratori che poi sceglieranno di uscire dal processo produttivo ed accetteranno l’incentivo in modo tale da poterli accompagnare con i nostri servizi per l’impiego”. Ricci, nella replica, ha detto di registrare “positivamente l’impegno preso dall’assessore per i 64 lavoratori che hanno avuto la risoluzione del rapporto”.
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