Al Circolo Fortini si parla di doping e di Pinocchio, con un doppio appuntamento tra sport e cultura. Si parte il 18 maggio 2018 alle 18, con l’incontro “Doping – La patologia dello sport, storie di uomini dello sport e dei loro errori”; relatore sarà il professor Francesco Rondoni. Il 20 maggio alle 17.30, nella sede dell’Associazione (Palazzo Vallemani, via San Francesco 12), la presentazione del libro Ottonari di Pinocchio di Paolo Buzzao.
A proposito dell’incontro sul doping, il Circolo Fortini anticipa il seguente intervento.
Il doping è un male antico, era già praticato in Cina 3.000 anni A.C. ma venne praticato anche in Grecia durante le Olimpiadi e nell’antica Roma dove i cavalli del circo e i soldati venivano “aiutati” con l’idromele. Oggi è giudicato fenomeno, esteso a tutti gli sport e in tutti i continenti, doppiamente immorale: dal punto di vista medico, perché praticato su soggetti sani e quindi non giustificato da esigenze terapeutiche ma con effetti nocivi; dal punto di vista sportivo, perché rappresenta la più evidente violazione dei principi fondamentali dello sport che è la lealtà ed il rispetto delle regole Il doping “moderno” dilaga nel mondo delle corse dei cavalli tra la seconda metà dell’800 e l’inizio del‘900. Accanto all’esplosione del doping negli ippodromi comincia con “criteri moderni” la pratica di usare farmaci che migliorano le capacità motorie degli atleti. I primi sport ad essere incriminati sono il ciclismo la maratona e la boxe. Da allora il doping è paragonato ad un iceberg dove è minima la parte che emerge rispetto alla massa invisibile. Il paradosso è che il doping è sempre in vantaggio sull’antidoping, semplicemente perché con il primo ci si guadagna, mentre l’antidoping è solo un costo. L’ultima aberrazione, il doping genetico, sperimentato in Germania nel 2006, per incrementare la massa muscolare, aumentare il trasporto di ossigeno e alzare la soglia del dolore. Oggi questa “patologia dello sport” è in continua evoluzione, i farmaci dopanti muovono un grosso giro d’affari e la criminalità organizzata opera attraverso il web dove ci sono 40.000 farmacie on-line aperte a tutti. Le cifre in gioco: un giro d’affari di 200 miliardi di € l’anno.
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