Cambia – in maniera del tutto eccezionale – l’offerta dell’olio per la Festa di San Francesco 2022. Lo ha annunciato fra Carlos Trovarelli, Ministro generale dell’Ordine dei frati minori conventuali dal 2019, nel messaggio letto da Fra Marco Moroni durante i discorsi dalla Loggia dopo la messa solenne per le celebrazioni del 2021 (qui le foto e il video). “Nella situazione che ci troviamo a vivere a causa dell’emergenza sanitaria ancora in corso in Italia e nel mondo – ha spiegato a proposito dell’offerta dell’olio per la Festa di San Francesco 2022 – abbiamo pensato che il prossimo anno questo gesto significativo possa essere compiuto non da una singola regione ma, in via del tutto eccezionale, da rappresentanti di istituzioni e organizzazioni che stanno aiutando il popolo italiano a far fronte agli effetti della pandemia. Augurandoci che il Covid-19 fra un anno abbia finalmente allentato la sua morsa, vorremmo che tutto ciò possa essere vissuto come un momento di ringraziamento a San Francesco. In ogni caso sarà un momento solenne in cui le istituzioni e la popolazione si ritrovano unite per affidarsi nuovamente al Santo Patrono d’Italia”.
Prima di annunciare la ‘rivoluzione’ per la Festa di San Francesco 2022, Trovarelli, nel messaggio letto da fra Marco Moroni, aveva salutato “con particolare gratitudine i pellegrini della regione sarda, che a nome di tutte le regioni d’Italia rinnovano l’offerta dell’olio, per la lampada votiva che arde presso la tomba del Santo Patrono della nostra amata nazione. L’odierna festa ci sprona ad accettare la sfida di trovare sempre le strade giuste per rigenerare la nostra casa, strade che devono essere sempre cordiali, fraterne, solidali. La casa, infine, siamo tutti noi, il popolo, i cittadini, le comunità, le chiese, tutti; le pietre sono pietre viventi, le persone, a cominciare sicuramente non dai più forti, ma dai più vulnerabili”. “Ieri – ha ricordato tra l’altro nel suo discorso – abbiamo celebrato il primo anniversario della firma della Lettera Enciclica di Papa Francesco ‘Fratelli tutti’ sulla fraternità e l’amicizia sociale. Un testo proposto per aiutare a pensare e a generare un mondo ‘aperto’, e affrontare così le ‘ombre di un mondo chiuso’. L’amore, il bene morale, la libertà, la uguaglianza, la fraternità, il dialogo, l’incontro, la carità sociale, l’amore politico e le stesse religioni sono alcune delle vie che, secondo il Pontefice, possono aiutare a generare una nuova cultura: la cultura fraterna. San Francesco ci guidi a non arrenderci, in questo proposito di essere anche noi generatori di un mondo nuovo, di una nuova cultura! Ogni Bene nel Signore a tutti voi!”.
A prendere la parola anche Alessandra Zedda, vicepresidente della Regione Sardegna: “La nostra mente – un passaggio del suo saluto – va alla drammatica piaga degli incendi che, anche nel recente passato, hanno distrutto ettari di vegetazione della nostra terra e centinaia di ulivi, anche millenari, minando ancora una volta la bellezza di quel creato che ci è stato affidato e di cui ci sarà chiesto conto. L’olio donato oggi dalla Sardegna ha dunque anche un sapore di bruciato, di un dolore e privazione che diventa sacrificio. Così come le olive vengono spremute nel frantoio perché producano il prezioso prodotto, oggi presentiamo a San Francesco e all’Italia l’offerta, la determinazione e la dedizione quotidiana della nostra gente e della nostra Isola ferita. Abbiamo a mente la “Laudato si’” e la “Fratelli tutti” di Papa Francesco e quanto ribadiscano con forza l’urgenza di assumere come impegno primario della politica e di tutte le persone di buona volontà la tutela, la salvaguardia e la promozione del creato, ma sempre ponendo la persona al centro in quella attenzione all’ecologia integrale che costituisce un vero e proprio documento di programmazione. Il nostro messaggio all’Italia è dunque quello di volerci essere, di volerci mettere la faccia e le mani per costruire rapporti di fraternità, di comunione, di pace e di sviluppo per tutti, a partire dall’infanzia, dai giovani, dalle tante donne vittime di violenza, dai disoccupati e dagli anziani, dalle persone sole”.
Il viceministro Marina Sereni ha infine ricordato le sfide (cambiamento climatico, vaccini, un mondo più equo e giusto) “che il mondo intero deve affrontare e che l’Italia ha messo al centro della Presidenza del G20 e della copresidenza con il Regno Unito della Cop26 sul Clima. Siamo impegnati perché́ questi grandi eventi internazionali producano risultati concreti, diano risposte efficaci, nel segno dell’equità̀ e della sostenibilità̀. D’altra parte, sono le stesse sfide che anche la nostra comunità̀ è chiamata a vincere con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Risorse importanti che l’Europa ha messo a disposizione per investire sull’innovazione, sull’economia verde, sui talenti femminili, sui giovani, sull’inclusione e il riequilibrio tra Nord e Sud, tra centri e periferie. Sapremo cogliere le opportunità̀ che ci vengono offerte? Sapremo imboccare la strada delle riforme necessarie? Dipende da tutti noi. Francesco ci indica la strada del dialogo, della comprensione reciproca, dell’unità e della coesione sociale. C’è tanto da fare”.
“Dobbiamo dare impulso alla creazione di nuove infrastrutture materiali e immateriali – ha detto Sereni – dobbiamo cambiare la pubblica amministrazione, promuovere nuove opportunità per le donne che sono ancora troppo poco presenti nel mondo del lavoro e nei luoghi della rappresentanza, combattere l’illegalità ovunque si annidi, sostenere imprese e lavoratori per sconfiggere la piaga inaccettabile delle morti nei luoghi di lavoro. Riscoprire il valore dell’essere comunità, aiutare chi rischia di rimanere indietro, pensare ai giovani di oggi e alle generazioni che verranno richiede di mettere da parte ogni egoismo, ogni piccolo interesse di parte. È questo il senso profondo di quel Patto per il lavoro e la crescita che il Presidente Draghi ha proposto alle forze economiche e sociali per unire l’Italia nel nome del bene comune, per diventare un Paese più moderno, più accogliente, più giusto. Solo nell’unità e nella solidarietà, nel solco dell’insegnamento di Francesco, possiamo farcela”.
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