(Flavia Pagliochini) “Ci avviciniamo all’ottocentesimo anniversario della morte di Francesco d’Assisi. A lui guardiamo come a uno dei padri della nostra civiltà, come a un visionario che plasma la realtà, capace di indicare il percorso verso un futuro al quale intendiamo essere fedeli. Un futuro migliore! E’ questo, oggi, l’augurio da Assisi: per l’Italia e per il mondo”. Pace, democrazia e un passaggio sulla pandemia che non è ancora finita: questi i passaggi principali del discorso di Mattarella per la festa di San Francesco 2022, nel giorno in cui si celebrano i santi Patroni d’Italia, San Francesco d’Assisi e Santa Caterina da Siena, che sono espressione: pace, fraternità e dialogo tra culture e religione diversa. Il presidente della Repubblica è ad Assisi, rappresentando l’Italia accendendo la lampada che arde sulla tomba del Poverello. Dopo il discorso alla Nazione, Mattarella è andato a Santa Maria degli Angeli per una breve visita privata alla Porziuncola, per poi ripartire per Roma. Intanto per la prossima festa di San Francesco si torna alle origini. Sarà la Valle d’Aosta ad offrire nel 2023 l’olio che alimenta la lampada votiva sulla tomba di San Francesco d’ Assisi. L’ olio viene offerto ogni anno da una Regione mentre in questa occasione la lampada è stata accesa dal capo dello Stato a nome dell’ intera nazione in omaggio alle vittime della pandemia e di quanti si sono impegnati per assistere i malati. (Continua dopo il video – link diretto)
Il discorso di Mattarella per San Francesco 2022 parte proprio dalla pace “che – ricorda – la nostra Costituzione ha coerentemente iscritto come fondamento e traguardo della nostra comunità. Quella pace tradita proprio nel cuore dell’Europa, che, nella prima metà del secolo scorso, aveva conosciuto gli abissi del male e si era 1 riscattata con nuovi ordinamenti interni e internazionali. Non ci arrendiamo alla logica di guerra, che consuma la ragione e la vita delle persone e spinge a intollerabili crescendo di morti e devastazioni. Che sta rendendo il mondo più povero e rischia di avviarlo verso la distruzione. E allora la richiesta di abbandonare la prepotenza che ha scatenato la guerra. E allora il dialogo. Per interrompere questa spirale. Sono trascorsi ottocento anni dall’incontro tra Francesco d’Assisi e Malek al-Kamel. Ed è la sincera volontà di dialogo ciò cui sono chiamati anzitutto i Paesi e le istituzioni, per garantire futuro all’umanità. La pace è un diritto iscritto nelle coscienze e rappresenta l’aspirazione più profonda di ogni persona, appena alza lo sguardo oltre il proprio presente. La pace non è soltanto assenza di combattimenti bensì – ci ricorda san Francesco – è connaturata all’armonia con il Creato. Quando si consumano a dismisura le risorse, quando si depreda la natura, quando si creano disuguaglianze tra i popoli, quando si inaridisce il destino delle generazioni future, ci si allontana dalla pace. Dobbiamo riparare, restituire. E’ la grande urgenza della nostra epoca. E non abbiamo altro tempo oltre questo. E’ un compito che riguarda tutti noi – nessuno è irrilevante – nessuna buona opera è inutile. E’ un compito che va svolto insieme. Il Papa, che per primo ha scelto il nome di Francesco – e a cui rivolgiamo da Assisi un deferente e riconoscente saluto – ci ha offerto una chiave di interpretazione e di impegno parlando di ‘ecologia integrale’”.
Non manca un passaggio sulla pandemia: “La Conferenza episcopale italiana ha voluto ricordare, in questa occasione, tutti coloro che, con sacrificio, si sono prodigati per contrastare il Covid19 e le sue molteplici conseguenze e, insieme, le tante vittime di questa pandemia. Un atto di riconoscenza collettiva e un gesto di memoria riguardo a una calamità senza precedenti che ha colpito il nostro popolo. Un ringraziamento – le parole di Mattarella – per gli operatori della sanità anzitutto, per tutti i militari e i civili che sono stati volto e braccia delle istituzioni, per gli operatori dei servizi essenziali, per le famiglie che hanno sopperito con amore a ogni genere di carenza, per i volontari che hanno portato fraternità dove c’era dolore, conforto e amicizia dove cresceva la paura. Quella drammatica emergenza ha reso evidenti sentimenti radicati. La solidarietà, la responsabilità verso gli altri, il senso del dovere. Abbiamo saputo affrontare insieme i momenti dolorosi e duri della 3 pandemia grazie all’apporto della scienza, all’organizzazione sanitaria e alla professionalità del suo personale. E – va sottolineato – grazie a quel senso di comunità che è presente anche se, talvolta, sottovalutato e che sa tradursi in comportamenti responsabili e attivi. E’ accaduto nei decenni passati. Si è ripetuto. E’ stata una preziosa ancora di salvataggio. La pandemia ci ha ricordato i nostri limiti. Ci ha costretti a ripensare a ciò che è essenziale e a ciò che è superfluo. Ci ha fatto toccare con mano quanto abbiamo bisogno gli uni degli altri. Anche a livello internazionale, con un’Europa che ha saputo essere protagonista positiva, aperta anche al sostegno verso popoli meno fortunati di altri continenti. E’ con questo senso di comunità che rivolgiamo nuovamente il pensiero ai tanti concittadini che non ci sono più, ai familiari che ancora li piangono, a coloro che – nei giorni più terribili – non hanno avuto neppure il conforto di un parente al capezzale o di un funerale. La pandemia non è definitivamente sconfitta, anche se l’azione dei vaccini e la risposta responsabile degli italiani ne hanno frenato l’espansione, ridotto grandemente la pericolosità e salvato la vita a decine di migliaia di persone. Occorrerà ancora intelligenza collettiva e responsabilità”.
Infine, il dialogo: per Mattarella, “Le religioni – tutte – hanno responsabilità nella costruzione della pace. Scavano fossati quando legittimano la violenza e il sopruso, se giustificano comportamenti di morte. Diventano straordinari vettori di riconciliazione e di crescita quando professano con determinazione lo spirito del dialogo e dell’accoglienza, quando riconoscono l’umanità nell’uomo, in ogni persona, anche in quelle di altri fedi.
Abbiamo bisogno dello spirito di Assisi; e che si propaghi! Pace, libertà, giustizia, democrazia si difendono con strumenti di pace, di libertà, di giustizia, di democrazia. I mezzi sono parte dei fini; e devono essere con essi coerenti”. Dopo la fine del suo discorso il presidente della Repubblica ha visitato la Tomba per un breve momento di preghiera: al capo dello Stato è stato donato un casco dai pompieri e una copia della Rivista San Francesco. Mattarella è poi ripartito tra gli applausi della folla e non è al momento chiaro se prima di ripartire abbia visitato anche la Porziuncola.
Non mancano ovviamente i saluti delle istituzioni per la festa di San Francesco 2022. Per la presidente della Regione Donatella Tesei, la Festa di San Francesco 2022 è “Una cerimonia straordinaria, dal profondo significato simbolico, quella di quest’anno che vede l’accensione della lampada votiva da parte del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con l’olio che non sarà offerto come da consuetudine da una Regione italiana, ma dalla Fondazione Opera Santi Medici in memoria delle vittime del Covid-19 e per ringraziare quanti, come medici, infermieri, operatori sanitari, istituzioni civili e militari, organizzazioni di volontariato, realtà caritative ed ecclesiali, che si sono impegnati per assistere e curare gli ammalati con professionalità e umanità”. E’ quanto ha affermato la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, oggi ad Assisi per presenziare alle celebrazioni del 4 ottobre, alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella. “Le celebrazioni per San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia, sono dunque occasione per ricordare quanto abbiamo vissuto, ma anche per vivere un momento di riflessione e preghiera in merito agli scontri bellici che si consumano nel cuore dell’Europa, come in altre parti del mondo. E’ necessario che la diplomazia e il dialogo diventino protagonisti affinché si possano affermare i fondamentali principi del rispetto e dalla Pace tra i popoli, così come ha affermato con forza Papa Francesco nel suo ultimo ed accorato appello a russi ed ucraini per un immediato cessate il fuoco”.
“Quest’anno la Festa di San Francesco 2022 – le parole invece del sindaco di Assisi, Stefania Proietti – ha un significato profondo e straordinario perché la lampada votiva l’ha accesa il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in memoria delle vittime del Covid-19 e per ringraziare tutti coloro, medici, infermieri, volontari, associazioni, istituzioni, che si sono adoperati durante la pandemia. Quindi un sentito ringraziamento al Capo dello Stato che in questa sede rappresenta tutti i comuni e tutti gli italiani” . Per Proietti, “è questa l’occasione per sottolineare che, dai due anni di pandemia che tanta sofferenza hanno causato, abbiano imparato a fronteggiare con la campagna vaccinale il diffondersi del virus. Ma quei momenti resteranno scolpiti nella nostra mente e nei nostri cuori e oggi siamo qui per non dimenticare. Oggi celebriamo il nostro Santo, il patrono d’Italia, che tanto ha predicato e si è speso per la pace e il dialogo tra i popoli. In questo momento storico abbiamo bisogno più che mai dei suoi insegnamenti e dello suoi valori. Da Assisi città messaggio giunga in tutti i paesi alle prese con le guerre un segnale di pace, come ha invocato ancora una volta Papa Francesco”.
Foto dell’arrivo a San Francesco e della cerimonia Andrea Cova/Rivista San Francesco. Foto dell’arrivo in elicottero e dell’arrivo a Santa Maria degli Angeli, redazione Assisi News. Foto della visita di Mattarella in Porziuncola, ufficio stampa Frati Minori Assisi
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