Sentiero di Francesco 2016, da Assisi alla volta di Gubbio ripercorrendo i passi del Poverello d’Assisi. I pellegrini sono partiti giovedì 1 settembre dal Vescovado di Assisi, non prima di aver assistito alla firma, apposta dai sindaci di Assisi, Valfabbrica e Gubbio rispettivamente Stefania Proietti, Roberta Di Simone e Filippo Stirati, del protocollo d’intesa per la valorizzazione del sentiero e l’attivazione di una serie di iniziative comuni in tal senso.
Il primo settembre era anche la giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato, per questo il vescovo di Assisi monsignor Domenico Sorrentino, nel suo saluto di apertura del Sentiero di Francesco 2016, ha voluto leggere alcuni passaggi della lettera dal titolo: “Usiamo misericordia verso la nostra casa comune”, inviata dal Papa per questa giornata. “Nel documento il Santo Padre – ha sottolineato il vescovo – ha voluto inserire una nuova opera di misericordia e cioè ‘la cura della casa comune’. La nostra diocesi con il suo messaggio francescano accoglie l’invito del Papa a spazzare via la logica della violenza, dello sfruttamento, dell’egoismo e si fa esempio in tutte le azioni che cercano di costruire un mondo migliore”.
Dopo la firma del protocollo d’intesa è stato poi il vescovo di Gubbio monsignor Mario Ceccobelli, che da sempre partecipa, al pellegrinaggio a consegnare i due simboli del Sentiero di Francesco 2016: il bastone del pellegrino che – fin dalla prima edizione – passa di mano in mano tra i vari partecipanti, a cominciare dalle istituzioni politiche locali, regionali e nazionali che compiono un tratto del cammino. Per questa ottava edizione è stato consegnato alla presidente del consiglio regionale Donatella Porzi, presente alla cerimonia: al bastone, quest’anno si è aggiunta la croce in legno realizzata da Francesco Tuccio di Lampedusa, con il legno dei barconi dei migranti che cercano di arrivare in Europa e in Italia. La croce camminerà con i pellegrini che arriveranno a Gubbio nella giornata di oggi, e vuole essere un gesto e segno di riconciliazione con i migranti che hanno perso la vita proprio nel tentativo di raggiungere un futuro migliore.
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