Sono 41 i cammini interregionali iscritti attualmente nell’Atlante dei cammini, percorsi che rispondono a standard precisi in termini di servizi, governance e comunicazione. L’obiettivo di una task force nazionale, con la Regione Umbria capofila, è quello di creare e offrire un prodotto nazionale che non snaturi lo spirito di queste realtà ma anzi lo valorizzi, migliorando i servizi e l’offerta. Un progetto in crescita che individua e sviluppa quindi strumenti e modelli condivisi per rilevare l’impatto economico, sociale ed ambientale del fenomeno dei cammini sui territori. È stato questo solo uno dei momenti, attraverso la presentazione dei lavori svolti nell’ambito del piano strategico nazionale del progetto Atlante dei Cammini, della quattro giorni di Slow Way Festival 2019, in scena ad Assisi dal 16 al 19 giugno.
L’evento è ideato per promuovere e valorizzare i tanti Cammini già esistenti in Italia e all’estero (Via Francigena, Santiago di Compostela, Via di Francesco, Romea Germanica e altri) ma anche per far emergere gli elementi costitutivi di una “domanda turistica” con motivazioni legate alla spiritualità, all’ambiente, alla sostenibilità, alla vacanza attiva, all’arte, alle culture dei luoghi. A palazzo Monte Frumentario sono stati 4 giorni intensi di appuntamenti tra cui convegni e tavole rotonde. Senza contare, inoltre, i momenti dedicati per far vivere l’esperienza del territorio: trekking urbano, percorsi lungo il Cammino di Francesco ed anche educational e press tour che hanno concluso mercoledì 19 giugno la serie di iniziative. Quindi il “cammino è per tutti”, come recitava il claim di Slow Way Festival 2019, perché il cammino – è stato sottolineato – è anche la più antica forma di turismo, oltre che un viaggio di trasformazione. È sempre più importante così creare appuntamenti di approfondimento, di conoscenza, per evitare che i cammini diventino una moda e quindi per preservarli, perché il turista camminatore consapevole è un “turista sano” che è attento allo spirito dei luoghi.
Molto soddisfatti gli organizzatori DI Slow Way Festival 2019, che già stanno pensando all’edizione 2020. Il festival è organizzato da Rete Assisi Turismo+, con il brand Discover Assisi Convention Bureau, nelle persone di Elena Angeletti, presidente della Rete Assisi Turismo+, e Erminia Casadei, direttore artistico eventi Discover Assisi Convention Bureau, le quali ribadiscono che “si sono gettate le basi per un ‘cammino’ che ci porta ad affermare i cammini umbri per poi proseguire in Italia e puntare all’Europa”.
Per il presidente della Regione Umbria Fabio Paparelli, “questo festival è la testimonianza e il risultato anche pratico del lavoro fatto negli ultimi anni, insieme ai Comuni, Sviluppumbria e Iat territoriali”. “Siamo riusciti a passare dal ‘tematismo’ al ‘prodotto’ cammino, un passo che oggi si concretizza con l’Atlante dei Cammini. La nostra regione non è solo il cuore verde ma anche il cuore spirituale d’Italia, crocevia di personaggi che hanno fatto la storia, ancora fortemente attuali. L’Umbria è poi l’unica regione con un testo unico sul tema e una legge regionale sui Cammini”.
Il sindaco di Assisi Stefania Proietti, accompagnata nelle iniziative dal dirigente dell’ufficio cultura e turismo Giulio Proietti Bocchini, mette in evidenza una città “sempre più porta di accesso per l’Umbria e per l’Italia dal punto di vista del turismo” perché, aggiunge, “è un posto dove si respira l’atmosfera reale del passato, ma con San Francesco figura di estrema attualità”. Un plauso va quindi agli organizzatori perché “l’intenzione dell’amministrazione è quella di continuare ad arricchire l’offerta sostenendo proposte nuove, originali e moderne”.
La tavola rotonda “L’Europa dei Cammini. Le migliori esperienze a confronto” è stata l’iniziativa che ha inaugurato lo Slow Way Festival 2019. Tra i vari interventi, Paolo Caucci von Saucken, presidente del Centro Italiano di Studi Compostellani e rettore della Confraternita di San Jacopo di Compostella, ha parlato di un fenomeno in crescita: “Lo scorso anno abbiamo avuto 327.000 pellegrini sul cammino di Santiago, di cui 27.000 italiani, e nel 2021, anno Santo Compostelliano, se ne prevedono mezzo milione. Il 98% degli intervistati consiglierebbe l’esperienza dei cammini ad un’altra persona, il 38% lo rifarebbe”.
“Il cammino crea turismo culturale, è la modalità più economica ed ecologica per generare cultura e un turismo responsabile”, ha poi affermato Massimo Tedeschi, presidente dell’Associazione Europea delle Vie Francigene. Per Robert Azais, presidente Federazione Francaise Randonnee Pedestre, “le strutture e i territori devono essere in grado di accogliere questo tipo di turismo, visto anche che da un’indagine è stato evidenziato che il camminatore francese spende dai 50 ai 110 euro al giorno”.
Il cammino europeo, secondo Thomas Dahms, presidente dell’Associazione Europea delle Via Romea Germanica, “sostiene l’Europa e il futuro dei giovani europei”. “È una cura – ha aggiunto –alle varie ferite inferte all’Europa nei secoli, un simbolo capace di ricucire la cicatrice tra laici, tedeschi, italiani, europei del nord e del sud”.
Dell’Accordo Parziale Allargato sugli Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa ha parlato il rappresentante presente ad Assisi Mauro Maiani, Ambasciatore della Repubblica di San Marino, ricordando che “l’accordo ha riconosciuto 38 itinerari in 57 paesi attraversati”. Fra Jorge Fernandez del Sacro Convento di Assisi ha parlato del cammino come “un simbolo, un linguaggio a livello antropologico, spirituale, economico, culturale, una sfida di integrità”. “Il cammino è trasformazione, chi si mette in cammino non ha solo obiettivi religiosi ma spirituali in senso assoluto”.
Allo Slow Way Festival 2019 sono mancate anche iniziative, grazie al gruppo Camminancorrendo, per il pubblico di appassionati e camminatori con trekking urbano lungo le vie della città. Per il pubblico, per i buyer, i giornalisti, gli operatori, anche una escursione natura nei luoghi di Francesco, dal Bosco alla Rocca, con la partecipazione di Andrea Devicenzi di “Viaggi in gamba”. L’atleta senza una gamba ha pure portato la sua testimonianza durante la tavola rotonda “Camminare è salute” come primo atleta paralimpico ad aver percorso la Via di Francesco (500 km in 22 giorni) e la Via Francigena (1.000 km).
Per Slow Way Festival 2019 anche un’anteprima. È stata infatti presentata la nuova Guida ai sapori e ai piaceri dell’Umbria, che sarà in edicola in autunno, con il direttore de Le Guide di Repubblica Giuseppe Cerasa. Un numero dedicato alla scoperta del territorio secondo un’ottica “slow”. L’Umbria è la regione dei piccoli borghi e un turismo lento – è stato sottolineato – può preservarla e permetterne una fruizione consapevole e di tutela. L’incontro è stato l’occasione per ricordare come l’Umbria, e Assisi in particolare, sia un vero e proprio crocevia per i pellegrini di tutto il mondo, uno snodo cruciale sul quale puntare, come si sta facendo negli ultimi dieci anni, per sviluppare un turismo antico e nuovo allo stesso tempo, sicuramente una risorsa per la regione.
Ad arricchire Slow way festival 2019 anche la BTRI – Borsa del Turismo religioso internazionale diretta da Nicola Ucci: workshop e b2b, rivolti all’Umbria, all’Italia e al resto del mondo, dedicati all’incontro tra la domanda e l’offerta del turismo religioso e dei cammini.
A completamento della 4 giorni di Assisi, infine, anche la Task force nazionale sui Cammini con la presentazione dei lavori svolti nell’ambito del piano strategico del turismo 2017-2022. Durante la tavola rotonda, coordinata da Antonella Tiranti (dirigente Servizio Turismo Regione Umbria), è emersa la necessità di individuare e condividere standard di qualità in termini di governance, servizi, comunicazione. Il comitato Cammini d’Italia – formato da MiBACT, Regioni (con l’Umbria capofila del progetto) e Province autonome – ha indicato 11 criteri obbligatori che un cammino deve rispettare per essere inserito nell’Atlante dei Cammini. Per questo motivo al momento solo 41 dei 116 cammini proposti sono entrati nell’Atlante soddisfacendo questi criteri.
L’ENIT, è stato inoltre sottolineato, sta lavorando sulla promozione del fenomeno turistico dei cammini: applicare il marketing a questi significa misurarne la soddisfazione, migliorare l’offerta senza snaturare il fenomeno. In base ad una ricerca condotta dal Dipartimento di Economia dell’Università degli studi di Perugia sul target del camminatore, oltre che sull’impatto economico, sociale e ambientale dei Cammini d’Italia sul territorio, Simone Splendiani ha osservato che “il turismo dei cammini non è necessariamente religioso e il pellegrino/camminatore non è necessariamente cattolico, ma quello che lo spinge a realizzare i cammini è più un senso di spiritualità”. Gianluca Bambi dell’Università di Firenze ha infine osservato che i pellegrini amano ancora il cartaceo (il 75% ancora preferisce questa forma di guida), e pertanto “è necessario ancora lavorare sulla manutenzione e sulla segnaletica”.
Slow Way Festival 2019 è organizzato da Rete Assisi Turismo+, con il brand Discover Assisi Convention Bureau, in collaborazione con Rete System Srl e con il patrocinio e la partecipazione della Regione Umbria, del Comune di Assisi, ENIT, Federalberghi Umbria, Fiavet e Sviluppumbria.
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