(Flavia Pagliochini, Stefano Berti) Torna inStudio per Assisi News: ospite il capo restauratore della Basilica di San Francesco Sergio Fusetti. Assisi News inStudio è un format a ‘puntate’, dedicate ad attualità, economia, politica, sport, cultura, eventi e manifestazioni.Un mini programma tv, con ospiti in studio i rappresentanti delle realtà cittadine, laiche e religiose e ovviamente istituzionali, registrate direttamente nella sede aziendale del gruppo BN COM della F.lli Berti Comunicazione e Design s.n.c., per arricchire ancora di più l’ampia offerta dedicata all’informazione territoriale e non solo. Le domande e il coordinamento editoriale sono di Stefano Berti e Flavia Pagliochini. Immagini e montaggio: Federico Baglioni. Assistente di studio: Alessio Barbanera. Grafica, coordinamento tecnico e produzione: bertidesign. Il testo dopo il video è una sintesi fedele dell’intervista ma non una sua trascrizione integrale. (Continua dopo il video)
Sergio Fusetti lavora da quasi cinquanta anni al Sacro Convento di Assisi, nel ruolo di capo restauratore. “Nel lontano 1974 – dice ad Assisi News inStudio – fummo chiamati dalla Sovrintendenza per restaurare degli affreschi in Basilica: c’erano molti restauratori in giro e in Umbria, io avevo studiato opere sui libri ma abitavo a Roma. Non avevo mai visto la Basilica, ma appena attraversato l’arco di San Giacomo mi innamorai di quella vista e mi trasferii subito. Da allora rimasi affascinato da Basilica e città e da restauratore è stata una grande emozione ‘mettere mano’ agli affreschi. Abbiamo cominciato con gli affreschi a San Francesco, nel 1976 ci affidarono anche la Cappella Baglioni a Spello e poi a San Severo: un’emozione dietro l’altra. In Basilica abbiamo poi creato un’azienda di restauro che a distanza di anni è ancora attiva: inizialmente facevamo lavori in tutta italia, poi venticinque anni fa il terremoto, un dramma che mi coinvolse sia livello fisico che professionale, ci ha fatto concentrare principalmente sui nostri tesori. E da allora non sono più uscito dalla Basilica“.
Il terremoto del 1997 viene definito da Sergio Fusetti “una tragedia dei nostri tempi: ho ricordi non belli perché quando si perdono degli amici sono sempre momenti tragici, anche se poi l’affetto e la solidarietà arrivarono da tante persone e da tutto il mondo. Ma ogni volta che c’è un terremoto non si possono non ricordare le perdite subite. Fortunatamente quella mattina abbiamo notato della polverina a terra e chiuso tutto il complesso, altrimenti a quell’ora sarebbe stata una strage: in Basilica in ogni momento ci sono 4-500 persone“. Dalla tragedia ci sono poi anche cose positive: “Il restauro del post sisma – spiega Fusetti – perché quello che poteva essere un danno per il mondo dell’arte è diventato un patrimonio del mondo. Non abbiamo un altro contenitore simile, ad Assisi nasce tutta la scuola della pittura moderna: Giotto si forma nella Basilica e lì realizza il primo lavoro con il suo maestro Cimabue“.
Sergio Fusetti riconosce che “ricomporre le vele è stato un lavoro utopico. Io per primo non credevo in quello che abbiamo chiamato ‘Il cantiere dell’utopia’: chiamammo tutti i restauratori che avevano lavorato con noi e solo così abbiamo potuto riaprire la Basilica per il Giubileo, impiegando poco più di due anni. Prima abbiamo effettuato una ricognizione, ci preoccupavamo per i 5.000 mq, soprattutto le volte: a detta degli ingegneri e degli strutturisti, se il terremoto fosse durato cinque secondi in più sarebbe crollato tutto facendo una ventina di vittime. Finito questo lavoro c’è stata poi una seconda squadra che sceglieva, sul prato, i frammenti di affreschi dai calcinacci, che avremmo dovuto restaurare. Io non ci credevo, ma grazie al lavoro dei ragazzi venne ricomposto il volto di San Rufino e da quel momento c’è stato grande entusiasmo“.
Nei locali del Sacro Convento oggi c’è quello che rimane quel tesoro crollato: “In un caveau ci sono 80.000 frammenti, sono piccoli, molto piccoli. Se oggi dovessi ripetere tutte le operazioni fatte allora non lo farei, ma le nuove generazioni – anche se personalmente non ci credo molto – potrebbero farcela. Li abbiamo messi in contenitori e scansionati, se qualche università potesse trovare un programma informatico forse un giorno si potranno ricomporre le vele che mancano. In previsione di ciò, noi abbiamo fatto un letto di malta tenero“. Sergio Fusetti non ha lavorato solo ad Assisi, ma anche a Padova – “Una grande emozione, non ero solo, avevo altri illustri restauratori che avevano lavorato sulla Cappella Sistina e sul Cenacolo di Leonardo…credo sia il sogno di chiunque” – ma è la Basilica il grande impegno del capo restauratore. “Sono molto fortunato e onorato – le sue parole ad Assisi News inStudio – passo in Basilica molte ore, arrivo alle 7.30 della mattina e quando esco non si sa…. cerco di fare il cane da guardia di questo complesso, la nostra preoccupazione, la mia e dei frati del Sacro Convento, è di conservare questo grande patrimonio artistico. Dopo il terremoto del ’97 e anche quello del 2016 la Basilica è continuamente monitorata, facciamo manutenzioni e restauri, sugli affreschi c’è anche un lavoro di pulizia. Negli ultimi anni abbiamo notato uno strato di sporco spesso e ingrigito sugli affreschi restaurati negli anni ’70, perché la Basilica ha tanti turisti e si alza tanta polvere. Con i finanziamenti dello Stato e anche di benefattori privati (l’ultimo è l’azienda Ferrari, ndr) potremmo finire questi lavori e poi pensarci tra altri 70 anni. È una grande emozione lavorare in mezzo a questi grandi capolavori, vedere da vicino particolari che in pochi hanno la fortuna di vedere con i loro occhi“.
Tra questi pochi, tante personalità che hanno visitato la Basilica e sono salite sui cantieri durante i vari restauri. “Ne ho accompagnate tante – conferma Sergio Fusetti ad Assisi News inStudio – Patti Smith mi ha molto incuriosito, stavamo facendo restauri nella Cappella di San Nicola, avevo una tavolozza e le ho fatto mettere del colore sullo stucco bianco, si vedeva che era molto emozionata e che non se ne sarebbe mai andata. Sharon Stone è venuta in Basilica dopo un periodo di salute difficile, è arrivata in Basilica irriconoscibile, nel senso che non voleva farsi riconoscere: si è molto emozionata sulla tomba del Santo e quando i frati le hanno regalato un tau ha confessato loro che l’avrebbe tenuto sempre con sé. Ma – conclude Fusetti – Bruce Springsteen credo sia insuperabile: arrivò alle una di notte dopo il concerto per visitare la Basilica, ovviamente col permesso dei frati… e dopo due ore ho dovuto dirgli ‘Guardi, io vorrei andare a dormire’….“.
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