(Flavia Pagliochini, Stefano Berti) AssisiNews prosegue con AssisiNews inStudio: dopo la direttrice del Piccolo Teatro degli Instabili, Fulvia Angeletti, la terza puntata è dedicata al mondo del turismo e nello specifico del settore alberghiero, con ospite Simone Fittuccia, presidente di Federalberghi Umbria. AssisiNews inStudio è un format a ‘puntate’, dedicate ad attualità, economia, politica, sport, cultura, eventi e manifestazioni. Un mini programma tv, con ospiti in studio i rappresentanti delle realtà cittadine, laiche e religiose e ovviamente istituzionali, registrate direttamente nella sede aziendale della F.lli Berti Comunicazione e Design s.n.c., per arricchire ancora di più l’ampia offerta dedicata all’informazione territoriale e non solo. Le domande e il coordinamento editoriale sono di Stefano Berti e Flavia Pagliochini. Immagini e montaggio: Federico Baglioni. Assistente di studio: Alessio Barbanera. Grafica, coordinamento tecnico e produzione: bertidesign (Continua dopo il video)
“Noi dobbiamo tenere duro, abbiamo una nazione fortissima dal punto di vista culturale e architettonico, abbiamo mare, montagna, una grande biodiversità: il turismo ripartirà e a tutti gli albergatori che non vedono il futuro dico che dobbiamo continuare e a tenere duro, riusciremo anche questa volta a tornare più forti di prima“, la conclusione finale del presidente Simone Fittuccia ad AssisiNews inStudio, intervistato dal direttore di AssisiNews e AssisiSport Stefano Berti. Secondo alcune stime, il turismo in Umbria ha perso 159 milioni di euro. Una situazione che per il momento è stata “tamponata” con ristori a luglio e novembre, però “con cifre irrisorie che non hanno coperto neanche le spese di gestione, che continuano a maturare. Le aziende hanno costi anche stando chiuse – ricorda il capo di Federalberghi Umbria – si pensi solo alla manutenzione: quello che ci è stato dato come ristoro parametrato sul mese di giugno non è servito neanche a coprire i costi fissi. La sola Tari, peraltro iniqua in questo periodo dell’anno, era superiore al ristoro ricevuto. Vedremo come il governo ci aiuterà, dando un ristoro anche ai Comuni per quell’entrata che oggi non hanno”.
Il turismo in Umbria vale il 6%, un pilastro dell’economia regionale, ma cosa possono fare non solo il governo, ma anche la Regione e i Comuni? “Il turismo puro vale il 6% – ricorda Fittuccia durante AssisiNews inStudio – ma la filiera del turismo vale il 13%: la perdita di 159 milioni di euro è corretta per le entrate alberghiere, ma a a livello generale mancano 450 milioni di euro. Il pallliativo di luglio e agosto, quando si è avuto un risveglio dell’incoming che ha visto percentuali superiori anche al 2019, ma non sono certo bastate: hanno acceso una piccola luce di speranza, spenta già da ottobre. Spero che il governo ci prenderà in considerazione ricompensandoci – come anticipato da Draghi – sulla differenza del fatturato tra il 2019 e il 2020, al netto di quanto già ricevuto”. Per quanto riguarda la Regione Umbria “sta cercando di mettersi in coda alle decisioni del governo, prevedendo, insieme a Gepafin, di aiutare quelle attività che hanno visto azzerato il loro fatturato, di darci aiuto a fondo perduto. Ma noi albergatori non vogliamo soldi gratis, vogliamo che ci mettano in condizione di lavorare“.
Infine i Comuni, che secondo Simone Fittuccia possono però “fare ben poco, perché anche loro sono danneggiati e non possono reinvestire fondi in aiuto. Assisi – dice il presidente di Federalberghi – è riuscita ad entrare nel circuito delle città santuario – ma manca il decreto attuativo e non ci sono le somme che verranno riconosciute alla città di Assisi“. E neanche togliere la tassa di soggiorno per attirare i turisti dell’estate 2021 sarebbe utile in quanto invitante per chi viene a trascorrere le vacanze qui? “Noi come Federalberghi siamo contrari e l’abbiamo combattuta quando è stata introdotta – ricorda Fittuccia – ma abbiamo anche capito che può essere spesa bene. Assisi l’ha spesa bene, ha riversato tutto l’introito nella promozione turistica e il turista non ci fa quasi più caso. I tour operator li guardano, ma l’individuale che ricercheremo già da quest’estate non ci fa caso. Credo che sia giusto che rimanga, per supportare i territori nella promozione turistica“.
Tornare a lavorare, ma come? Quali sono i nodi da sciogliere, e quali le opportunità per cogliere il rilancio? “L’Umbria è penalizzata: da circa un mese veniamo evidenziati con un ‘bollino rosso’, veniamo definiti come gli untori d’Italia. Nell’immaginario collettivo del turista, italiano perché il mercato estero è fermo, siamo in una situazione critica e ci penseranno un pochino. Quello che noi speriamo – sostiene Fittuccia durante AssisiNews inStudio – è che ci sia la possibilità di avere misure cautelative che faranno tornare l’Umbria in fascia gialla, anche sperando che la gente si scordi in fretta del rosso e torni a percepirel’Umbria come bella e sicura, come da spot dell’anno scorso. Speriamo che questi limiti di rt si abbassino e che la Regione faccia una campagna di comunicazione graduale per permettere alle persone di pianificare le loro vacanze in Umbria. Non è chiaro se ci saranno poi i Ponti o se, come la Pasqua, saranno cancellati“.
Per quanto riguarda Recovery Fund, i fondi so ancora lontani: “Verrà applicato dal 2021-2022 – sostiene Simone Fittuccia – la Regione Umbria ha mandato una bozza di programma al Governo e poi all’Europa, l’importante è spendere e verrà speso bene, nella riqualificazione digitale e delle strutture stesse, perché i turisti vogliono essere sicuri e avranno delle esigenze diverse da quelli . Con il ministro del turismo, che ha un portafoglio e mi sembra abbastanza entusiasta e vigoroso nel difendere il settore, speriamo arriveranno le risorse e non solo le parole. Per pianificare il futuro abbiamo bisogno di sopravvivere. Ci serve un ristoro immediato per sopravvivere, e poi chiediamo anche al ministero del turismo che ci sostengano attraverso gli istituti bancari, per accedere a mutui e prestiti che siano lunghi nel tempo, che non ci strozzino altrimenti le aziende muoiono“.
© Riproduzione riservata