“Ringraziamo chi si è prodigato a copiare e incollare il report del materiale fornito alla Casa di Riposo di Assisi in questi mesi dalla Protezione Civile e per cui abbiamo sempre espresso gratitudine. Ma chiunque si sia informato di quello che sta succedendo nelle residenze socio-sanitarie da marzo ad oggi, dovrebbe sapere bene che mascherine e gel non sono sufficienti da soli per fronteggiare questo terribile virus Sars-Covid 2″. È la risposta della Casa di riposo Andrea Rossi di Assisi alla Lega assisana, che dopo l’allarme lanciato dalla storica struttura aveva replicato fornendo i numeri degli aiuti.
“Per quanto riguarda nello specifico Casa di riposo Andrea Rossi di Assisi – scrive il presidente Alessio Allegrucci – per gli amanti degli elenchi, oltre alle già citate mascherine, il nostro consumo di Dispositivi di Protezione Individuale giornaliero, nel rispetto dei protocolli di sicurezza anti Covid-19 e per poter garantire i livelli di assistenza ai nostri ospiti, è attualmente in media composto da: n. 15 tute protettive medicali, n. 25 camici monouso, n. 800 guanti, n. 50 copriscarpe e cuffie, visiere/occhiali di protezione, ecc… Per un totale di circa 400 euro al giorno solo per tali dispositivi. Il fabbisogno di DPI, come richiesto dalla Regione, è stato già comunicato. Come è semplice dedurre, i ”2 kit Covid’ forniti straordinariamente dalla Protezione Civile alla nostra struttura su richiesta degli uffici regionali, non sono sufficienti per coprire un’intera giornata”.
“Il consigliere regionale Stefano Pastorelli – ricorda la Casa di riposo Andrea Rossi di Assisi – è stato uno dei primi ad essere stato informato ed interessato riguardo le nostre difficoltà nel reperire personale da reintegrare e DPI. Purtroppo non possiamo nascondere la gravissima difficoltà economica che stiamo vivendo: le entrate della Casa di Riposo, lo ricordiamo, sono rappresentate quasi esclusivamente dalle rette per i suoi ospiti e da settembre scorso, purtroppo, non abbiamo più potuto accettare nessun ingresso, lasciando diversi posti vuoti. A questi vanno aggiunte tutte le spese legate all’emergenza COVID-19 che dura da marzo: assunzione di personale per sostituzioni, acquisto di DPI, protocolli di sanificazione, attivazione di nuovi protocolli e strumenti di sicurezza, modifiche interne alla struttura. Invitiamo il consigliere Pastorelli, e chiunque fosse interessato a documentarsi prima di esprimersi sulla questione, ad incontrarci per costatare di persona la situazione: avrebbero certamente conferma di come questa guerra non si vinca solo con le mascherine ed il gel. Gli operatori sanitari hanno serie difficoltà ambientali e fisiche a svolgere il loro lavoro, senza considerare il costo psicologico che questo stato di tensione e incertezza sta comportando per loro”.
“Ognuno dei nostri operatori, ai quali va tutta la nostra riconoscenza, è un serio professionista che svolge il proprio servizio con la massima cura possibile e non è tollerabile nessuna illazione, nemmeno accennata, sulla loro formazione e professionalità: in particolare il nostro referente Covid di struttura, che da 12 anni si prende cura dei nostri anziani, ha avuto esattamente la formazione indicata da USL e Regione, frequentandone il corso e seguendo tutte le indicazioni che gli sono state date. La situazione attuale – conclude la nota della Casa di riposo Andrea Rossi di Assisi a firma del presidente Allegrucci – purtroppo non necessita di slogan o proclami, ma richiede interventi concreti e tempestivi e se siamo stati costretti all’appello rivolto alla cittadinanza pochi giorni fa, dal quale stanno già arrivando i primi aiuti, è perché altrove non abbiamo ricevuto risposte adeguate. I nostri anziani e i nostri operatori per noi contano più di ogni altra cosa: è così che deve essere quando si tiene veramente a qualcosa e noi ci teniamo a questa preziosa realtà del nostro territorio.
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