Sul caso di Charlie Gard interviene anche il Popolo della famiglia Assisi, una nota firmata da Claudio Iacono, candidato sindaco del Pdf alle scorse elezioni (2016), in cui si chiede la cittadinanza onoraria per il piccolo e la sua famiglia. Charlie Gard è un bimbo britannico di dieci mesi, affetto da sindrome da deplezione del Dna mitocondriale: una malattia molto rara e degenerativa che colpisce i geni causando un progressivo deperimento muscolare. Patologia di cui si conoscono solo 16 casi in tutto il mondo, bambini che sono destinati a perdere la vita.
“Gentile sindaco Stefania Proietti, le scrivo perché queste ore saranno decisive per la vita del piccolo Charlie Gard. Come saprà, contro il parere dei genitori, i giudici inglesi e la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo hanno deciso che quel tenero bambino di 10 mesi deve morire senza nemmeno le possibilità di portarlo nella sua casa. Le chiedo pertanto un atto di coraggio: concedere la cittadinanza onoraria della città di Assisi a Charlie Gard e alla sua famiglia. Quale città al mondo se non Assisi può dare un segnale concreto di rifiuto della civiltà di morte divenendo città che accoglie anche la vita più fragile. Che senso ha battersi per la custodia del creato se non ci facciamo custodi di chi è l’essenza di tutto ciò che è stato creato: l’uomo! ”
Mi rivolgo a lei perché penso che San Francesco lo avrebbe fatto. Avrebbe bussato alle porta del Podestà per ottenere quanto possibile per di salvare questa vita. Riunisca la Giunta con urgenza (è questione di ore!) e deliberate di concedere la cittadinanza onoraria a questa famiglia. Si può fare in pochi minuti. Avrete l’orgoglio di aver fatti tutto il possibile per Charlie e per una volta vi sarete riuniti non per deliberare spese e contributi ma per salvare una vita. Quante cittadinanze sono state date nel periodo 1940 – 1945 per salvare la vita a migliaia di bambini e famiglie in tutta Europa. Assisi è la città da dove iniziare una catena di solidarietà che porterà Charlie ad essere concittadino di tutti noi perché, in fondo, Charlie è anche un po’ figlio nostro. Non pensi a cosa possa servire o se sia sensato perché anch’io non so rispondere a questi interrogativi ma una cosa la so: non voglio avere il rammarico di non aver fatto nulla per Charlie Gard e la sua famiglia. Per questo ho scritto al Presidente della Repubblica, sono andato all’ambasciata britannica a Roma per questo le scrivo. Sarà un piccola cosa? Un piccola goccia nell’oceano? Forse vale la pena ricordare quello che diceva Santa Madre Teresa di Calcutta: “Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno”
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