“Mentre sul controllo di vicinato prosegue la politica degli annunci, proseguono i furti e cresce la preoccupazione tra i cittadini”. Lo segnala l’ex assessore Eraldo Martelli, secondo cui “Sono passati più di due anni da quando l’amministrazione comunale ha annunciato di voler attivare il progetto del controllo del vicinato con tanto di duplice sottoscrizione, forse una non era sufficiente, di protocollo con la Prefettura di Perugia. Ora leggiamo nell’ultimo comunicato stampa della giunta comunale in risposta alla mozione del gruppo consiliare della Lega di Assisi che forse alla fine dell’anno, dopo avere ricevuto le adesioni potrà iniziare. Va precisato che gli attori principali in materia di sicurezza sono tutte le forze dell’ordine, in particolare quelle del nostro territorio, della polizia, dei carabinieri, della finanza e delle guardie municipali che tutti dobbiamo ringraziare e applaudire: è grazie a loro se il livello di criminalità è molto basso rispetto a molti altri comuni umbri. Ma questo non ci consola, sarà quasi impossibile arrivare all’obiettivo di criminalità zero ma siamo consapevoli che quello che avviene ad Assisi ha una risonanza notevole con possibili ripercussioni di varia natura”.
Per Martelli, “per la tranquillità di cittadini e turisti, è indispensabile impegnarci tutti per avere una città più sicura. Il controllo del vicinato è un progetto valido e molto importante che prevede la partecipazione
diretta dei cittadini per la prevenzione e la difesa dai furti, da atti vandalici ed altre azioni di cosi
detta microcriminalità, termine che sembra sminuire la gravità di comportamenti che comunque arrecano turbamento alla collettività. Il progetto illustrato mostra criticità che potrebbero inficiarne le finalità partendo dal fatto che non sono stati coinvolti i gruppi telefonici già attivi in alcune frazioni del comune nonostante alcuni referenti abbiano offerto la propria collaborazione che avrebbe consentito l’immediato avvio del progetto. Evidentemente i nostri amministratori preferiscono fare lentamente da soli, giudicando a priori sbagliato quanto spontaneamente realizzato da alcuni gruppi di cittadini”.
I gruppi di controllo del territorio più sono piccoli meglio funzionano, oltre che per segnalare principalmente sempre prima alle forze dell’ordine, si ricevono informazioni per essere allertati in tempo reale sulle azioni criminose, spesso si sono verificati furti seriali nella stessa zona. Per la conformazione del nostro comune e per una sua omogenea capillare copertura appare esigua la previsione di soli 5 gruppi. Ad esempio invece di un solo gruppo a Santa Maria degli Angeli ne sarebbero necessari almeno tre che potrebbero coincidere con la perimetrazione dei rioni esistenti. Va benissimo il coinvolgimento delle Pro Loco nel progetto del comune ma non vanno escluse altre realtà associative: sempre come esempio, se aderissero al progetto i tre rioni angelani con tutti i partecipanti alle loro chat si potrebbe partire immediatamente. Sarebbe opportuno prevedere un gruppo ristretto composto dai coordinatori dei gruppi che potranno filtrare e condividere le informazioni ritenute necessarie anche per gli altri gruppi oltre alla possibilità per ogni aderente di poter attivare sottogruppi proprio a livello condominiale.
“Infine – conclude Martelli nel suo intervento su sicurezza e controllo di vicinato – appare improprio parlare di ‘osservatori volontari’, più appropriato chiamarli ‘sentinelle’. Gli osservatori volontari sono espressamente identificati nella legge 15 luglio 2009, n.94 e nel successivo decreto ministeriale 8 agosto 2009, n.183 cosiddetto decreto Maroni, in pratica si riferisce alle attività di vigilanza e prevenzione che nel nostro comune sono svolte dal gruppo ‘Volontari per Assisi’. Il coinvolgimento di questo gruppo che persegue gli stessi obiettivi del controllo del territorio non è stato previsto nel progetto comunale: sarebbe invece opportuno, considerando che quasi tutti i giorni o il pomeriggio o la sera due volontari sono presenti in alcune zone del comune, anche un semplice scambio di informazioni permetterebbe di organizzare i servizi laddove si verifichino degli episodi. Oltre a funzionare da deterrente, la loro presenza ha un effetto rassicurante nei confronti della popolazione”.
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