AssisiNews chiude, per ora, la serie di interventi sul tema del Convitto Nazionale di Assisi e del ripopolamento del centro storico di Assisi, con un intervento del comitato Genitori del Convitto Nazionale “Principe di Napoli” di Assisi. Eventuali altri interventi saranno valutati dalla redazione.
Nel leggere gli articoli del Sig. Cianetti, della Prof.ssa Boni e del Prof. Mignani – la lettera – ci siamo sentiti in dovere di scrivere anche noi genitori degli alunni (più o meno un migliaio) frequentanti le scuole annesse al Convitto Nazionale di Assisi. Innanzitutto le scuole (già a partire dalla primaria) non interessano solo i cittadini di Assisi ma vengono frequentate anche da alunni provenienti dai comuni limitrofi e non solo. Questo soprattutto perché, oltre alla valida offerta formativa scolastica, l’istituzione offre anche la possibilità del semiconvitto dal quale beneficiamo di molti vantaggi tra cui il servizio di mensa interna ed il servizio pomeridiano in cui i ragazzi vengono seguiti nei compiti e nelle varie attività, da educatori statali qualificati. In più il semiconvitto a sua volta è ampliato da corsi di musica, attività sportive, corsi di cucina, di volta in volta strutturati e ai quali i ragazzi possono partecipare insieme ai loro coetanei negli spazi interni dello stesso edificio e nel corso del pomeriggio entro le ore 17:30. Questo tipo di servizio è spesso sconosciuto ma è stato e continua ad essere una grande risorsa per molte famiglie e per molti ragazzi. Basti dire che in tutta la provincia di Perugia non esiste una Scuola Secondaria di I° grado pubblica che dia un servizio analogo.
Citando una parte dell’articolo della Prof.ssa Boni “…per farlo risorgere sia dal punto di vista della valorizzazione del bene sia sotto il profilo dell’offerta formativa.” possiamo solo confermare e sottolineare la collaborazione e la condivisione, creatasi soprattutto negli ultimi anni, tra tutti gli interlocutori del Convitto Nazionale di Assisi. Da genitori abbiamo vissuto in prima linea i disagi collegati ai lavori di ristrutturazione (e non solo del sistema antincendio) che hanno modernizzato gli spazi del Convitto sia in termini di sicurezza quanto in quelli estetici e di risparmio energetico, ed abbiamo accettato di buon grado, insieme ai bambini/ragazzi e a tutte le figure coinvolte nella scuola, e con un grande spirito di sacrificio le difficoltà connesse, nella certezza di una prospettiva migliorativa promessa anche dalle ingenti energie pubbliche messe in campo. Per i lavori di cui stiamo parlando, ancora in corso di completamento, sono infatti stati stanziati ben 2.465.000 € (soldi pubblici) dal ministero delle infrastrutture e trasporti.
Sinceramente, dopo aver letto le indicazioni presentate dal Comitato Tecnico Scientifico sulla riapertura delle scuole a settembre ed in attesa del piano ministeriale, siamo piuttosto fiduciosi proprio perché, conoscendo e frequentando i locali del Convitto Nazionale di Assisi, sappiamo che, dati gli ampli spazi a disposizione, i nostri figli potranno tornare nel pieno rispetto delle regole sulla sicurezza. Leggendo invece la conclusione dell’ultimo articolo del Sig. Cianetti: “Ho la sensazione inoltre, ma non la certezza, che vi sia uno scarso collegamento fra il Convitto, chi lo frequenta, e il resto della città…” sappiamo, per esperienza diretta, che in tempi remoti la scuola veniva data agli studenti del quinto Liceo per organizzare la festa di carnevale aperta anche agli esterni. Tradizione ormai spentasi ma non per questo la scuola si è chiusa in sé anzi, ogni anno, ad esempio, in occasione delle festività natalizie, la scuola apre le sue porte per organizzare, di concerto con il comitato dei genitori, una cena aperta a tutte le famiglie degli studenti frequentanti le scuole del primo ciclo, con la partecipazione di circa 500 persone e, nello stesso periodo, anche i ragazzi del liceo organizzano una serata di gala.
Continuando la lettura: “…E questo è uno dei temi che deve porsi chi affronta il problema dello spopolamento del centro storico.” Siamo sicuri che per affrontare il problema dello spopolamento del centro storico l’attacco ad un’istituzione che offre i propri servizi alla città dal 1926 sia la miglior cosa? Per ripopolare una cittadina non si dovrebbe pensare maggiormente ai servizi che la stessa offre, con politiche più serie e mirate? In riferimento a questo non si potrebbero risparmiare dei soldi pubblici unificando le due scuole primarie e secondarie di I° grado in un solo complesso e destinare fondi ad altri servizi? Certo pensare di cancellare a colpi di spugna o di piccone, un luogo dove si sono formati tanti giovani tra i quali illustri professionisti sparsi poi per l’Italia intera, se non oltre, e che è ancora luogo di formazione dei nostri bambini e ragazzi, ci pare piuttosto bizzarro, specie se il pensiero viene da chi dovrebbe rappresentare, in certo qual modo, il mondo della cultura. Aggiungiamo, anche per buona pace di chi tante volte ha messo avidamente gli occhi sulle potenzialità di questa grande struttura, che prima di fantasticare su improbabili destinazioni del Convitto Nazionale di Assisi, sarà il caso di verificarne la fattibilità, considerando attentamente la reale proprietà ed i vincoli ad essa connessi. Forse prima di scrivere con la sensazione sarebbe più opportuno avere la certezza dei fatti.
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