Sul Convitto Nazionale e sul ripopolamento del centro storico di Assisi riceviamo e pubblichiamo altri due interventi, di Carlo Cianetti e di Francesco Mignani, che nascono dall’editoriale su Assisi Mia di cui abbiamo riportato ampi stralci nei giorni scorsi e che avevano già portato alla replica della Rettrice del Convitto, Annalisa Boni. Di seguito le due lettere.
Convitto Nazionale, Cianetti: “Nessuno sminuimento, ma si ragioni sul collegamento con la città”
Nei giorni scorsi, sul sito http://www.assisimia.it, ho fatto un ragionamento riguardante Assisi, la crisi abitativa del centro storico e, a mo’ di provocazione, giusto per tirare un sasso nello stagno, ho dedicato alcune righe al Convitto nazionale, dicendo che è sottoutilizzato e che forse sarebbe utile ragionare sul suo futuro, ipotizzando alcune soluzioni, fra queste la più estrema: cioè la sua demolizione e ricostruzione.
La rettrice dell’istituto, forse ingannata dalla sintesi del mio articolo, risponde spiegando che il Convitto è in piena attività, non è sottoutilizzato e anzi in pieno sviluppo con grande soddisfazione di chi ci lavora e di chi lo frequenta come studente o come ospite.
Del Convitto ho un bellissimo ricordo: il Liceo Scientifico, gli amici convittori, il basket, le feste di carnevale. Ma non solo, sono stato uno dei coordinatori della rivolta studentesca quando volevano trasferire il Liceo a Santa Maria degli Angeli (inizio degli Ottanta). Era popolato da centinaia di convittori che ogni giorno sciamavano per le vie del centro storico, lo animavano e partecipavano alla vita sociale. Vi trovavano sede quattro scuole (elementare, media, scientifico, alberghiero) e centinaia di studenti. Eppure, già allora, appariva come un luogo fuori dimensione. Si tratta, ora come allora, di un edificio che occupa una superficie immensa, un brano importante di città, perdipiù in una posizione strategica. Per questo ritengo che si debba ragionare sul suo utilizzo, sulla sua destinazione, sulla sua funzione.
Non volendo, con ciò, ridimensionare e sminuire le attività che ora vi si svolgono. E’ da molto tempo che non vi metto piede, mi si dice che molte migliorie sono state apportate, ma si obietta anche che si tratta spesso di interventi parziali, che non tengono conto di uno sviluppo complessivo della struttura. Ho la sensazione inoltre, ma non la certezza, che vi sia uno scarso collegamento fra il Convitto, chi lo frequenta, e il resto della città. E questo è uno dei temi che deve porsi chi affronta il problema dello spopolamento del centro storico.
Francesco Mignani: “Convitto e casa di riposo, ma non solo: invece di esperti in cerca d’autore, la giunta avrebbe dovuto sentire i residenti”
A Cianetti replica anche Francesco Mignani, coordinatore del movimento civico “Scelgo Assisi” e già assessore del Comune di Assisi. Ne riportiamo alcuni stralci
Secondo Mignani Cianetti “lascia intendere per ovvie ragioni, il FALLIMENTARE tentativo di rivitalizzare e ripopolare la città da parte di questa amministrazione di Centro/sinistra. Inserito nel programma elettorale, cavallo di battaglia di una certa sinistra “radical chic”, (forse la stessa che vorrebbe demolire il Convitto Nazionale) e ripreso con vigore nel “Patto per la rinascita di Assisi 2020”, dopo quattro anni di governo e i tanti soldi spesi nella promozione di manifestazioni evanescenti, nulla ha prodotto.
Assisi è sempre meno abitata, i servizi sono ridotti, il lavoro manca e il tessuto socioculturale langue. Tutto questo verrebbe da dire per via della pandemia, ma sappiamo che le cose non stanno cosi e il Corona virus può essere una concausa, ma non un alibi. INCAPACITÀ ed INESPERIENZA da parte dei politici al governo di Assisi? Può anche darsi! Tuttavia un “pool di esperti” si è succeduto, immediatamente le elezioni, a dar consiglio ai nostri amministratori nei vari settori; culturale, urbanistico, sociale, e turistico. Un tourbillon di “ personaggi in cerca di autore”, responsabili come nel Dramma Pirandelliano della “ COMUNICAZIONE DI MESSAGGI NON VERI “ e forse di ben altro, nominati assessori, ma estranei del tutto dalla realtà di Assisi. Questi “esperti”, DOVEVANO FARE la DIFFERENZA, tanto che la città ne avrebbe beneficiato in termini di vivibilità, crescita economica e sviluppo socio/culturale. Ora di loro non vi è più traccia, perché miseramente scomparsi. Ricordo un certo afflato di Cianetti, verso l’ex assessore perugino e forse plaudiva all’arrivo dell’architetto urbanista Rota, alla presenza/fantasma della Borletti Buitoni o del funambolico Grima. E poi?
Cianetti, sempre indulgente nei confronti dei nostri amministratori, è vittima della delusione provata nel vedere il fallimento di questa giunta nel progetto di rivitalizzazione dell’urbe a cui lui stesso ha contribuito, ed ora prova a giustificare il suo operato dispensando consigli con un approccio irrituale e surreale. Un passo realistico sul da farsi piuttosto, era quello di interpellare anzi tempo i residenti veri (non solo quelli di parte) che sicuramente per esperienza, capacità, cultura e saggezza, avrebbero saputo dare nel più completo disinteresse e per amore vero verso la città, ben più preziosi consigli sul tema in oggetto.
Sul Convitto Nazionale e su altro mi viene da dire, “ Scherza con i fanti e lascia stare i Santi”. L’istituzione scolastica citata, come tutte le altre istituzioni scolastiche del territorio, gode di ottima salute. Il Convitto Nazionale è stato riqualificato in termini strutturali e di sicurezza. È ben guidato e i suoi indirizzi di studio e per l’ospitalità che offre, ne fanno una eccellenza del territorio, tanto per studenti italiani che stranieri. Ad oggi il vero problema della struttura sono gli spazi che risultano insufficienti a causa delle numerose richieste di iscrizione sia per i collegiali ( maschile e femminile), sia per il semiconvitto e per le scuole che all’interno vi insistono. Primaria, secondaria di primo e di secondo grado (Liceo scientifico, senza dimenticare l’istituto alberghiero). Con tale potenziale, a ben ragionare, il Convitto Nazionale con i suoi studenti, famigliari, personale docente, personale ATA, servizio mensa, fornitori, manutentori e tanto altro, rappresenta la più grande “Fabbrica di Cultura “, (mi si consenta il termine), del territorio. La numerosa presenza di utenti e di personale, rappresenta di fatto un volano per l’economia della città. Cito solo per conoscenza, le camere o le case prese in affitto da coloro che lavorano nella scuola e che provengono da fuori regione o dai famigliari dei convittori ospiti.
Sull’Hotel Subasio dovremmo ringraziare l’operato dell’ex Presidente, la dott.essa Capitanucci che è stata in grado di fronteggiare la spinosa questione dell’interdittiva antimafia con il gestore, pretendendo da questo, fino all’ultimo, il contributo economico previsto a favore delle casse della casa di Riposo, cercando di salvare il salvabile. Ora esiste una interessante proposta sulla sua riqualificazione fatta dalla Dott.essa Fernanda Fioroni che spero venga seriamente presa in considerazione sulla quale invito a riflettere i nostri politici . Ma é il CdA della Casa di Riposo che deve dare delle indicazioni in proposito, tenendo conto che ci sono dei contenziosi legali aperti.
Da ultimo non meno importante il rapporto con il clero. Credo sinceramente che degli immobili della chiesa alla gente poco importi, sono convinto piuttosto che se di spirito altruista, caritatevole o francescano si debba parlare é quello di mettere sul tavolo di discussione la SPEREQUATA PRESSIONE FISCALE che subiscono le attività di ospitalità private, rispetto a quelle altamente concorrenziali delle attività di ospitalità ecclesiali. (…) Uno degli gli aspetti principali é la circolazione e fra questi; la riapertura in orari controllati della Piazza di San Francesco al traffico, (nonostante i conventuali), oppure il fatto di consentire il mercato in Piazza S. Chiara, per non ostacolare la viabilità in via Borgo Aretino (nonostante le Clarisse), o evitare di chiudere Piazza del Comune quando non necessario (nonostante la giunta). Vogliamo parlare inoltre dei Parcheggi? Sono state trovate ad oggi delle soluzioni?
Quello che andava detto é che per ripopolare il centro storico occorre aver il CORAGGIO da PARTE di TUTTI di RIAFFERMARE la LAICITÀ di questa città nei confronti del clero in uno spirito di vera collaborazione, affinché Assisi si riconosca come città di tutti e non città dei privilegi. Tra le iniziative per la riqualificazione inoltre, sarebbe auspicabile effettuare un censimento degli immobili, sia privati che pubblici realmente disponibili ad ospitare nuovi residenti. Contestualmente, verificare se l’entità dei servizi attuali, possa effettivamente garantire una vita decorosa ai suoi abitanti. La mia attenzione è rivolta ovviamente anche coloro che vivono nella zona fuori le mura.
L’opportunità di lavoro crea tuttavia l’interesse a risiedere nella città. Non abbiamo visto in questi anni nessuna politica per agevolare con de/tassazione o incentivi gli artigiani e i commercianti al fine di impiantare il proprio laboratorio in città. Nulle del resto anche le attenzioni nei confronti di chi lavora da tempo entro e fuori le mura. Mai un bando per promuovere la riqualificazione del proprio negozio o una agevolazione sugli affitti, piuttosto solo limitazioni, vuoi alla apertura notturna, alla disposizione dei tavoli all’aperto, per non parlare delle burocrazia e delle multe.
Provi a contare Cianetti, il desolante numero dei locali chiusi in una delle più belle vie di Assisi, Borgo Aretino. Con una politica più lungimirante, sarebbe potuta diventare “la promenade “, centro della vitalità della città. Per non parlare di Via San Gabriele dell’Addolorata, luogo ideale per incentivare nuove ed antiche attività laboratoriali. Anche qui un numero spropositato di locali chiusi. (…) Occorre ricominciare a dare i servizi che consentano anche ai giovani e alle famiglie di poter vivere questa città nel modo più dignitoso possibile se vogliamo ripopolarla, rivitalizzarla. Penso a locali (bar e ristoranti), aperti sino a tardi, ai centri di aggregazione per giovani ed anziani, ad una discoteca, ad un cinema, ai teatri, agli spettacoli estemporanei, ai concerti. Cosa dire inoltre dell’assenza degli altri servizi che ritengo basilari come la riqualificazione dello stadio comunale, della piscina, del tennis, del Pincio, della pineta, del Subasio? Non voglio dilungarmi oltre, ma solo attraverso la riqualificazione e l’utilizzo concreto dei contenitori come Rocca maggiore e minore, il Frumentario, palazzo Vallemani e Bernabei, daremmo slancio e vitalità alla città, favorendo la sua crescita sociale, economica , culturale e demografica.
Tuttavia a questo punto, visto come siamo messi, la domanda che mi pongo e che rivolgo a Cianetti è questa, – Siamo veramente convinti che una città come la nostra, MALIZIOSAMENTE BELLA, ma priva di tanti servizi ed attenzioni rivolti al turista ma sopratutto al cittadino, sia in grado davvero di ospitare altri residenti nel suo grembo?
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