Dopo la partenza del Giro d’Italia 2018 da Assisi, riceviamo e pubblichiamo una nota dal titolo “Assisi, il Giro d’Italia e il dialogo tra Israele e la Palestina” dal consigliere Carlo Migliosi (Assisi domani) di cui pubblichiamo ampi stralci.
Assisi, il Giro d’Italia e il dialogo tra Israele e la Palestina, di Carlo Migliosi
Assisi, piccola ma grande città, provinciale quanto basta da non capire spesso il suo ruolo mondiale ma “ascoltata” e “vista” da tutto il mondo come luogo da sempre simbolo della pace e del dialogo. L’aver dato i natali al santo che fece uno dei più straordinari gesti di pace nella storia del dialogo tra Islam e Cristianesimo, che è rappresentato dall’incontro tra Francesco d’Assisi e il Sultano di Egitto Malik al Kamil indica e “obbliga” la vocazione alla pace della nostra città. Quello storico colloquio è ancora oggi così significativo e attuale per le sue conseguenze nel dialogo interreligioso e per la pace mondiale, da rimanere, pur a distanza di molti secoli, l’avvenimento esclusivo che indica la rotta da cui partire nella ricerca di intesa e armonia tra Oriente e Occidente. Assisi è tornata alla ribalta del mondo sotto il profilo della pace con l’ incontro interreligioso di preghiera voluto da Papa Giovanni Paolo II° il 27 ottobre 1986, in cui coniò la definizione di “Spirito di Assisi”. (…) Però, cosa fa Assisi e cosa può fare, per incarnare appunto lo spirito di Assisi? Cosa di concreto ? Assisi si definisce “ponte di pace” (…) e per essere città ponte, luogo neutro di incontro, non si schiera ma opera concretamente sia verso Israele che verso la Palestina e per il dialogo tra Israele e la Palestina. In questo rapido passaggio del Giro d’Italia che per gli ottocento anni della presenza dei francescani in Terra Santa è partito da Israele idealmente per “tornare” verso la Porziuncola da cui i frati partirono 800 anni fa, varie voci si sono levate pro e contro questa iniziativa. Chi ha espresso lo spirito della città inaugurando il museo della memoria e la cappellina Bartali, che ricorda come durante la seconda guerra mondiale tante persone a rischio deportazione furono nascoste e salvate, chi si è schierato a protestare pro Palestina lungo le vie del giro. La città con la sua amministrazione, come si pone? Semplicemente opera concretamente per la pace, sia verso i palestinesi sia verso gli israeliani, come potremmo infatti operare per il dialogo e la pace se ci schieriamo per l’una o per l’altra parte ? (…) Da Assisi si leva forte ed anche coraggioso quindi, il grido verso le violenze e la ripresa delle azioni militari, per chiedere un incontro che possa essere in questo luogo privilegiato di dialogo, riconosciuto sia dai palestinesi (con il gemellaggio alla città di Betlemme) sia dagli israeliani che riconoscono la grande opera fatta per il salvataggio anche di tanti ebrei durante la seconda guerra mondiale. Ricordo che il 21/04/2018 si è tenuta in Assisi, fortemente voluta dal sindaco, la “Conferenza Internazionale delle Città Italiane gemellate con Betlemme” dove erano presenti, oltre alle autorità civili e religiose, il sindaco di Betlemme, l’Ambasciatore di Palestina in Italia, l’Ambasciatore di Palestina presso la Santa Sede e i 24 sindaci delle città e associazioni gemellati con Betlemme, dove tra gli obiettivi concreti che si sono discussi c’era – Lavorare per una idea di pace per i Palestinesi basata su giustizia, uguaglianza, rispetto reciproco, libertà , rispetto della dignità umana nell’osservanza del diritto internazionale. Queste le azioni concrete della nostra città, queste le opere per la pace, non contro qualcuno, ma per l’umanità e la giustizia”.
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