“Alla Fonderie Tacconi è stato cambiato il nome, ma industria insalubre di prima classe (così riconosciuta con una delibera della Giunta comunale dal 1996) rimane per il tipo di lavorazioni svolte”. È l’incipit della lettera aperta del comitato di cittadini di via Protomartiri Francescani, secondo cui “per legge questo vuol dire che deve essere isolata nella campagna e non può stare nel centro dell’abitato di S. Maria degli Angeli”. Per questo, si torna a chiedere la delocalizzazione.
Il comitato contesta anche la ricostruzione di Stefania Proietti, che “alla riunione del 29 novembre scorso con la cittadinanza di S. Maria degli Angeli – secondo i cittadini – ha continuato a ribadire che il Sindaco, seppure massima autorità sanitaria, non avrebbe poteri sanitari aldilà di intervenire in caso di trattamento sanitario obbligatorio e ove ci fosse obbligo di tutela sancito da Arpa. Forse – segnala il comitato – c’è un po’ di confusione. Il Sindaco ha poteri regolamentari igienico-sanitari ex art. 50 d.lgs. 267/2000 e anche poteri contingibili e urgenti, nei casi di pericolo per la salute. Nei casi di dimostrati disagi e danni ascrivibili ad emissioni d’industrie insalubri, quali fastidi alla gola e alla respirazione e odori nauseabondi, come sono costretti a sopportare gli abitanti di via Protomartiri Francescani (e non solo) a S. Maria degli Angeli, peraltro dimostrati dalla polvere che si deposita perfino all’interno delle abitazioni, il Sindaco deve imporre al produttore di rischio, attraverso il supporto tecnico di Arpa ed Asl, di evitare tale disagio nel centro abitato”.
Il Comitato di via Protomartiri Francescani ricorda che “i monitoraggi delle emissioni provenienti dalle Fonderie Tacconi, eseguiti fino ad oggi, mostrano la presenza di inquinanti che non rientrano nei parametri normali. C’è da dire, inoltre, come asseriscono i medici per l’Ambiente che supportano il Comitato, che il rispetto di valori limite non rappresenta necessariamente una garanzia per la salute. Certi inquinanti non devono proprio esserci!”.
In merito al nuovo nome Fonderie di Assisi dato alla fonderia ex FOM Tacconi, al Comitato “sembra
del tutto inopportuno associare, perché in palese contraddizione, la parola Fonderie con Assisi che, ricordiamo, è la città di San Francesco patrono dell’ecologia. E ci domandiamo anche: ma la Soprintendenza competente, visto che questo ‘catafalco’ insiste sul cono panoramico di Assisi, dove volge il proprio sguardo? Sia i funzionari dello Stato che gli Amministratori – conclude la nota – devono rispettare le leggi. Attendiamo provvedimenti delocalizzativi delle Fonderie Tacconi in un’area che non crei altri disagi. Solo così il Sindaco fa il Sindaco. Prima la salute e poi il profitto, ne va del bene di tutti, lavoro compreso!”.
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