Riceviamo e pubblichiamo da Jean-Baptiste Sourou, docente universitario, ricercatore, giornalista e scrittore, un intervento dal titolo “Emigrazione: urge un cambiamento di narrazione sull’Africa”.
Intervenendo sabato 2 marzo durante la presentazione del nuovo volume Rivogliono il loro pesce di Jean-Baptiste Sourou a Santa Maria degli Angeli, il vicario generale della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, don Jean-Claude Hazoumé, ha ribadito l’urgenza di un “cambiamento di narrazione sull’Africa e gli Africani” in Italia e in Europa. Motivo che sta alla base del libro presentato.
“Perché finché per interessi, indifferenza e ignoranza si continuerà a raccontare l’Africa e gli Africani con gli stereotipi di sempre: povertà, miseria, guerre, incapacità a prendere il proprio destino in mano, inciviltà”, non si potrà mai capire il dramma che vive l’emigrato lontano dalla sua terra ricca, ma resa inospitale dal sopruso e la violenza orchestrati da secoli. Lo si vedrà solo come uno che viene a disturbare, a rubare e a toglierci quello che abbiamo e a portarci delle malattie che in verità, dicono dati dell’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS), prendono qua da noi a causa delle pessime condizioni di vita in cui sono costretti a vivere. Mentre se si prende il tempo di capirlo attraverso scritti seri, documentati e ben presentati come il libro di Jean-Baptiste Sourou, molte delle nostre paure immaginarie cadranno perché riusciremo a comprendere in modo oggettivo, le cause attuali e remote dell’emigrazione e a individuare i fautori della disperazione della gioventù africana che rifiutano però di assumere le loro responsabilità, nascondendosi dietro i soli problemi climatici.
“È proprio per quello, che, secondo don Jean-Claude, ci troviamo di fronte ad una sfida epocale” che richiede il coraggio di non ascoltare solo slogan o proclami sull’Africa che vogliono a tutti i costi far tacere le voci intelligenti. Purtroppo “quando l’ignoranza parla, l’intelligenza tace”, ha lanciato con rammarico. E le voci intelligenti non devono tacere “perché l’inospitalità, l’indifferenza, la diffidenza e quant’altro sono ancora più insopportabili delle dure prove vissute dall’emigrato per strada”, ha ribadito don Jean-Claude.
In apertura, padre Marco Vianelli, il parroco di Santa Maria ha sottolineato il pericolo di considerare le identità culturali come realtà monolitiche; ciò che non sono. “Il nostro Dio è un meticcio, perché nella sua genealogia ci sono persone di popoli diversi”. “L’altro è un tesoro; non un problema; ci arricchisce e l’Italia che in particolare ha avuto per secoli scambi culturali con l’Africa non può dimenticare, oggi, solo per interessi, quanto il Mediterraneo è stato fondamentale nella formazione della sua identità culturale”, ha ricordato il frate minore.
Un ricco dibattito ha dato ai partecipanti l’opportunità di fare commenti sul libro presentato, di porre domande sull’Africa, sull’emigrazione, le sue cause e anche sull’impegno concreto del cittadino italiano di fronte alla sfida migratoria al di là dei proclami. Rivogliono il loro pesce è un saggio in cui Jean-Baptiste Sourou, docente, ricercatore e giornalista originario del Benin (Africa dell’Ovest) presenta un’immagine oggettiva e documentata dell’Africa per condurre il lettore a non subire l’emigrazione ma a capirla per non lasciarsi ingannare.
Nella foto in evidenza a sinistra Jean-Baptiste Sourou – autore del libro, al centro don Jean-Claude Hazoumé, e a destra padre Marco Vianelli
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