“Assisi , insieme alle tante onorificenze che possiede , ne ha una che sta particolarmente a cuore a molti cittadini : è quella conferita da Papa Giovanni Paolo II° a San Francesco come “Santo Patrono dei Cultori dell’ecologia” con la Bolla “Inter Sanctos” del 29 novembre 1979. Green , sostenibile , biologico , riutilizzabile : sono parole molto di moda di questi tempi e di cui tanti si riempiono la bocca ma che difficilmente poi danno luogo a realizzazioni concrete”. Lo scrive Lucio Pallaracci, uno degli animatori del gruppo Sei di Assisi se…
“E proprio per questo ‘titolo’ prestigioso e oggi più che mai attuale, sorprende che ad Assisi non si sia cercato di sviluppare durante questi decenni un percorso serio in questa direzione. Un capitolo di questa narrazione può essere individuato nella realizzazione di un Parco Rifugio per animali in attesa di adozione in sostituzione del Canile Ponterosso di Assisi e di Bevagna dove oggi vengono ricoverati gli animali randagi o senza più proprietario e che prosegue la sua attività grazie all’impegno lodevole di tanti volontari nonostante la struttura mostri a vista tante carenze e limiti, in primis la sua posizione al limite della decenza praticamente contigua all’isola ecologica dove vengono raccolti i rifiuti del territorio per essere poi smaltiti”.
“È doveroso segnalare – scrive ancora Lucio Pallaracci – come in molte città italiane (cito a memoria Udine , Milano e Firenze ma ce ne sono tantissime altre) si sta affermando il concetto di Parco Rifugio ovvero di strutture con una visione evoluta per il ricovero e la cura dei cani e dei gatti in attesa di adozione. In generale si tratta di un insieme di edifici di moderna concezione a bassissimo impatto ambientale – che utilizzano spesso energia ‘verde’ – e di spazi progettati per salvaguardare la dignità e la salute degli animali e al contempo facilitare l’incontro con chi abbia il desiderio di adottarli”.
“Come caratteristiche generali siamo di fronte a dei padiglioni immersi nel verde composti ciascuno da unità box autonome aventi una parte al coperto per il ricovero notturno e diurno ed una area esterna più ampia e recintata di sgambatura completamente autonoma che permette l’attività motoria agli animali e al contempo offre ai potenziali futuri padroni la possibilità di interagire e conoscere meglio gli animali. Non manca naturalmente un’ampia area recintata dotata di parcheggio aperta ai cittadini e ai loro cani ed utilizzabile per eventi di socializzazione, per progetti educativi rivolti ai bambini e di valorizzazione degli animali che possono coinvolgere tutto il territorio offrendo anche opportunità di promozione turistica”.
“In questa ottica – dice ancora Lucio Pallaracci – nella patria di San Francesco che amabilmente ‘discuteva’ con gli uccelli e ‘rimproverava’ dolcemente il lupo , “Vieni ad Assisi e adotta un animale ” può diventare uno slogan ed un messaggio animalista per nulla scontato da veicolare in tutto il Mondo per spingere i visitatori a passare qualche ora e qualche giorno in più ad Assisi. Si possono realizzare al riguardo eventi ad hoc creando nel contempo in Città percorsi animal friendly : itinerari insoliti e suggestivi per i vicoli meno frequentati con piccole aree verdi lungo il percorso attrezzati con una fontanella e cestino per i bisogni degli amici pelosi e con la creazione di alcune zone di sgambatura più grandi – ad esempio al Pincio o magari nei pressi della Rocche – maggiore o minore. In questa direzione può essere vincente – utilizzando il nome di Assisi – la ricerca di sponsor privati ad hoc che comprendano l’importanza di una tale iniziativa e il guadagno di immagine positiva di ritorno che si può conseguire. A tale proposito segnalo come in Umbria ci siamo industrie di Pet Food che operano a livello internazionale. Niente di nuovo in realtà – conclude Lucio Pallaracci – ma nessuno fino ad oggi ha nemmeno tentato di intraprendere questo strada “ecologica” benchè ci siano tutte le condizioni ed i “titoli” per poterla intraprendere”.
© Riproduzione riservata