Paolo Ansideri commenta l’articolo di Serena Morosi a proposito del suo – e di altri – abbandono dal tavolo assist cultura: “L’interpretazione corrente della parola ‘politica’, prevede che si adottino meccanismi ormai ben collaudati che seguono uno schema operativo che va applicato sempre ed a prescindere: sei all’opposizione? opponiti sempre e su tutto. Sei al governo? Vota sempre a favore ed acconsenti sempre. Dovunque ti collochi politicamente non prendere mai posizione contro la tua parte politica, perché questo potrebbe essere “strumentalizzato” dalla parte avversa ed essere “tatticamente” nocivo alla propria”.
“E se tu per caso sostieni che il signor Mario fa Rossi di cognome – scrive ancora Paolo Ansideri – allora questo è automaticamente vero se sei al governo, ma falso se sei all’opposizione e subito dopo chiedono le tue dimissioni. Per il rispetto che si è invocato per Assisi, chiedo quindi che se da un lato si smetta di delegare ai cinguettii le proprie posizioni od obiezioni, dall’altro si rottami definitivamente quello schema operativo che di tutto è foriero meno che di interesse reale per le problematiche in campo: interessa solo la testa dell’avversario della controparte. E siccome qualcuno, usando quello schema, ha pensato bene di strumentalizzare le mie posizioni ed io agli occhi degli altri sarei stato strumentalizzato, invito a stare Sereni ed offro immodestamente a chi di dovere un’altra mia citazione, riferita a passate amministrazioni, tratta da pg 19 di un mio ‘tomo’, scritto un anno fa, mai pubblicato, ma da qualcuno letto e che inizia con una ‘Lettera a Stefania, mai spedita. La politica culturale non è solo eventi’.
“’Ma tutto questo – scriveva tra l’altro Paolo Ansideri – è rimasto un discorso limitato a quattro amici perché le condizioni dell’ascolto non permettevano la possibilità di osare verso l’alto, ricacciati indietro dalla rassegnazione degli amministratori, convinti della mesta incapacità della loro struttura, destinata solo ad eventi paesani o a improbabili felicità cosmiche promosse da fantomatici araldi e ambasciatori.’ Questo dovevo per correttezza nei confronti di tutti e per lasciare il campo definitivamente solo alla serietà della ‘questione Assisi’”
© Riproduzione riservata