Mario Bellini torna a intervenire sul tunnel ad Assisi, progetto che secondo la missiva pervenuta ad AssisiNews non è “né illusorio né utopistico”: di seguito l’intervento.
Riconoscere e rispettare la storia di un luogo è sempre qualcosa di positivo, come del resto costruire nuovi progetti di vita, intraprendendo nuove strade e cercare nuovi inizi. Siamo certi che affinché il nuovo possa nascere, sia necessario nella nostra realtà urbana, avere rispetto ed attenzione per il passato. Ogni idea, ogni progetto deve per forza districarsi tra innovazione e conservazione, tra identità del singolo e società. Questa premessa appare doverosa in quanto il progetto del tunnel ad Assisi, che colleghi la parte nord con il centro storico potrebbe, a prima vista, sembrare illusorio o addirittura utopistico. La Rocca Maggiore di Assisi è da sempre un corpo estraneo alla città; le due componenti si accostano (non troppo) ma non dialogano, c’è una dinamica del confronto senza relazione, insomma si ignorano come separati in casa.
Tale fatto ha radici profonde, basti ricordare che gli assisani nel 1197 rasero al suolo il fortilizio (..finché quella rocca non ebbe disfatta sino alle fondamenta da “ Le storie di Assisi” di Antonio Cristofani) stanchi dei soprusi di Corrado di Lutzen ci vollero quasi duecento anni (1367) per vederla ricostruita dal cardinale Egidio Albornoz sempre però mantenendo lo stesso principio di “distacco” quasi a difesa più che dai nemici esterni, da quelli interni. La realizzazione del tunnel ad Assisi, con l’ascensore che porta direttamente al castello, sarebbe una riconquista degli assisani, questa volta non cruenta, che permetterebbe, per la prima volta l’utilizzo di questo incantevole spazio con nuove opportunità di crescita sia culturale che imprenditoriale.
Si pensi alle possibili iniziative (fiere, mercati, esposizioni temporanee, concerti e rassegne teatrali nel giardino interno ecc. ecc.) che si potranno realizzare con conseguente giovamento per l’attività turistica e non. Viviamo un periodo di profondi cambiamenti per affrontarli c’è bisogno di una prospettiva di una visione che ci predisponga a un rinnovamento, a una possibile nuova vita. Per realizzare ciò è necessario lavorare insieme e in tanti, ricreare una condizione di base condivisa dal maggior numero di persone. Pensiamo che queste, siano le condizioni necessarie da ripristinare perché una nuova Assisi nasca e si manifesti.
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