Le classi terze del Convitto Nazionale continuano a farsi onore al concorso regionale “Esploratori della memoria” (foto in evidenza) e a quello comunale “I monumenti raccontano” (foto in basso) organizzato dalla sezione di Assisi dell’Anmig con due terzi posti ottenuti dalle classi 3 A e e 3 C della medie del Convitto Nazionale con lavori sulla città di Assisi che durante la seconda guerra mondiale ha salvato 300 ebrei, una storia raccontata al Museo della Memoria con cui la professoressa Ester Roberta Roberti ha collaborato; nel primo caso gli alunni hanno lavorato su del materiale relativo a don Aldo Brunacci, nel secondo su alcune testimonianze di suore a San Quirico.
Frati, monache e laici – hanno ricordato gli alunni del Convitto Nazionale nel loro elaborato su don Aldo – si trovarono ad assistere ad almeno 4.000 profughi arrivati in città e salvarono decine, se non centinaia, di ebrei dall’arresto e dalla deportazione e sono in totale 7 – su 11 umbri – i Giusti tra le nazioni che operarono ad Assisi. In seguito all’armistizio, verso la metà di settembre, ci fu ad Assisi una riunione del clero presieduta dal vescovo, monsignor Placido Nicolini, il quale aveva ricevuto dalla Santa Sede un invito a dare assistenza a tutti i perseguitati e particolarmente agli ebrei che speravamo di trovare rifugio e sicurezza nella città di San Francesco.
Gli ebrei erano ospitati da diversi cittadini e dai convento, anche di clausura. Ottenevano da mangiare grazie a carte d’identità false stampate dai tipografi Luigi e Trento Brizi nel loro negozio di souvenir nei pressi di piazza Santa Chiara. Don Aldo Brunacci è stato arrestato il 15 maggio del 1944 fu portato in un campo di concentramento provvisorio a Perugia, ma poi venne processato e liberato. “Del suo periodo ‘clandestino’ – concludono gli alunni del Convitto Nazionale – don Aldo ricorda che sognava un mondo libero senza ‘questo è tuo, questo è mio’. Il messaggio che si può leggere dalla sua grande opera e testimonianza umana è di volersi bene di evitare le discriminazioni di ogni genere: non si devono mai dimenticare le sofferenze passate perché se oggi noi abbiamo la libertà lo dobbiamo a quello che è stato fatto durante la guerra e ai sacrifici di nostri fratelli. Per il concorso dell’Anmig gli alunni invece hanno consultato fonti storiche del convento di San Quirico ad Assisi, in particolare di suore che hanno vissuto nel monastero durante l’occupazione tedesca. La superiora delle Clarisse di San Quirico era suor Giuseppina Biviglia: “Superfluo dire che incapaci noi stesse di capire quanto avveniva in tanta confusione – ricordava nelle sue memorie – si obbediva solo a un sentimento che sorgeva spontaneo di volta in volta che si presentavano dei disgraziati: davanti al dolore di ciascuno avrebbe taciuto ogni velleità di giudizio, anche se avessimo saputo darne uno: la pietà avrebbe in ogni caso trionfato come trionfò”.
© Riproduzione riservata