AssisiNews riceve e pubblica un breve saluto da parte del personale educativo ai convittori stranieri in partenza. Si tratta di 7 ragazzi temporaneamente “adottati” a causa dell’emergenza sanitaria e ospiti al Convitto Nazionale di Assisi.
Anche quest’anno scolastico volge al termine e, con tutte le difficoltà e le problematiche registrate, il ricordo più bello che resta nei cuori degli educatori e del Rettore dell’istituzione convittuale assisana è l’aver “adottato” (per usare un’espressione cara al nostro dirigente), con amorevole disponibilità sette ragazzi stranieri che per il blocco Covid degli aeroporti, non sono riusciti a partire per raggiungere le proprie famiglie nel paese d’origine.
Colombiani, portoricani, coreani del sud, venezuelani, sono i convittori con i quali abbiamo condiviso una lunghissima quarantena. Vicino a loro e insieme a noi, con amorevole dedizione e attenzione anche
insegnanti e collaboratori ATA. Tutti coesi per facilitare e rendere la loro permanenza più serena possibile, in un momento così difficile, rischioso, forzato, imposto, imprevedibile. Tanti sono stati gli stati d’animo da raccontare in questi lunghi giorni di isolamento: responsabilità, timore, pazienza, consapevolezza, cura, il tutto in un clima di incertezza e di sgomento corale nel da farsi.
L’inclinazione dei giovani è per natura l’aggregazione, il contatto, figuriamoci per degli sportivi come i nostri convittori, costretti al distanziamento. La grande prova dimostrata dai ragazzi, nell’osservanza delle regole è stata esemplare e ciò ha consentito, unitamente a tutte le norme sanitarie applicate, di preservare la loro salute. Venuti qui per studiare nella nostra realtà convittuale e per diventare futuri giocatori di calcio, hanno dovuto affrontare una partita tra le più grandi della loro giovane carriera, quella della pandemia.
Ora sono in partenza per i loro paesi, finalmente potranno condividere con le proprie famiglie questa forte esperienza. Nei loro visi, la consapevolezza e la serenità di chi ha capito la natura della nostra vicinanza e dell’amore che è stato loro donato, al di là delle norme sanitarie , del regolamento e delle consuetudini. Accogliere e comprendere ragazzi provenienti da culture lontane con lingua ed abitudini diverse, rapportarsi loro con la nostra esperienza, interagire creando nei loro confronti occasioni di cultura, di interesse e di svago, in un momento di evidente emergenza, ha rappresentato per noi educatori un ulteriore momento di formazione professionale, umana ed emozionale.
Allenati ad affrontare quotidianamente situazioni personali importanti di forte criticità, legate alla crescita adolescenziale cui spesso si associano problematiche di disagio familiare, possiamo ben dire che quanto è stato vissuto al fianco dei ragazzi “adottati”, è stata di gran lunga l’esperienza delle esperienze . Ci siamo sentiti di evidenziare, con questa breve lettera uno spaccato di attività educativa in cui tutte le certezze del nostro ruolo di formatori sono state messe continuamente in discussione dall’emergenza virale.
La testimonianza di ringraziamento dei genitori dei sette convittori, con i quali dirigenza compresa, siamo stati sempre in contatto, ha accresciuto in noi la consapevolezza di aver svolto con coscienza il compito affidatoci: preservare la salute. Non c’è mai un addio per chi vive l’esperienza del Convitto, vuoi da studente, vuoi da docente, piuttosto un arrivederci. Numerosi sono gli elementi che ti segnano addosso il senso di appartenenza ad una secolare istituzione come é il Convitto Nazionale di Assisi, ma su tutti prevale, l’ESSERE FAMIGLIA. I nostri FIGLI sono cresciuti, sono più forti, più consapevoli, più maturi. Finalmente partono, é ANDATO TUTTO BENE! Ciao ragazzi, buon viaggio, buona vita…
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