Capire le dinamiche politiche, sociali economiche che caratterizzano la zona del Mediterraneo, martoriata da crisi, conflitti e instabilità. È stato questo lo scopo dell’incontro organizzato da Rosalba Bruno, responsabile dell’Istituto professionale per i servizi commerciali Polo-Bonghi di Bastia Umbra, rivolto ai ragazzi delle classi terza, quarta e quinta della scuola. L’incontro, dal titolo “Mediterraneo e sicurezza: i termini dell’equazione”, si è svolto presso la Sala Sant’Anna di Perugia e ha visto la partecipazione del dottor Giorgio Cuzzelli, docente dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”.
Cuzzelli, generale dell’Esercito in congedo, collabora con diverse istituzioni accademiche in Italia e all’estero sui temi della sicurezza internazionale. Molti gli argomenti affrontati durante l’incontro, temi che hanno aperto la riflessione sulle origini di molti fenomeni attuali come l’immigrazione e il terrorismo frutto dell’instabilità generata da interessi economici, politici e religiosi. Particolare attenzione è stata rivolta da Cuzzelli all’Africa sub-sahariana, una delle zone più povere del mondo.
“Il problema dell’Africa sub-sahariana – ha spiegato nel corso dell’incontro Mediterraneo e sicurezza: i termini dell’equazione – sta nell’instabilità generata dall’assenza di governance e dalla diffusa insicurezza. Quest’area è abitata da un miliardo e duecento milioni di persone, la metà delle quali vive in povertà e senza corrente. Nel 2050 questi numeri raddoppieranno. Nonostante i miglioramenti, molte nazioni non riescono ancora a garantire condizioni di sicurezza alla propria gente, generando così diseguaglianze e marginalizzazione. Una situazione complessa, aggravata da motivi ideologici, furti di risorse, depauperamento ambientale ed assenza di politiche alimentari oltre che dall’influenza di attori esterni, sia statuali che non, sia pubblici che privati”.
Problematiche alla base dell’esodo di migranti economici che attraverso il Magrheb raggiungono l’Europa Occidentale. A sovrapporsi all’esodo dall’Africa sub-sahariana, oltre che dall’Asia sud-occidentale e dal sub-continente indiano, c’è il flusso di rifugiati provenienti da zone del Mediterraneo Orientale caratterizzate da crisi politico miliari, aree in cui gli Stati sono stati incapaci di garantire alla popolazione un futuro accettabile e in cui la radicalizzazione religiosa, che spesso sfocia in terrorismo, è diventata l’unica risposta a governi fallimentari. Repressioni armate, violenze e estremismo hanno generato paura, povertà, mancanza di diritti e spingono le popolazioni a spostarsi e a esportare l’instabilità oltre frontiera. Paesi ricchi di risorse si ritrovano quindi a vivere il paradosso della povertà e della paura, dietro alle quali spesso, si celano i molteplici interessi economici, politici e religiosi di potenze mondiali.
“Di fronte ai fenomeni migratori – ha spiegato Cuzzelli – è evidente l’estrema difficoltà da parte dell’Unione Europea e dei singoli Stati di fronteggiare il fenomeno in modo coerente, e l’atteggiamento ambiguo tra accoglienza sfruttamento e respingimento”. In questo momento storico di migrazioni e esodi di massa, gli Stati e gli Enti sovranazionali sembrano non riuscire a trovare una visione unitaria, una linea comune da adottare. E sulle rotte dell’immigrazione spesso trovano terreno fertile traffici criminali di natura diversa, come ad esempio lo sfruttamento dei flussi di rifugiati e migranti da parte delle organizzazioni criminali.
Non solo. La rotta dell’esodo segue spesso quella del traffico di stupefacenti da Gibilterra, dall’Africa e dai Balcani e il traffico di armi dall’ex Unione Sovietica. L’incontro Mediterraneo e sicurezza: i termini dell’equazione ha permesso ai ragazzi di approfondire molte delle tematiche riguardanti l’evoluzione della società in cui viviamo, di capire il perché di fenomeni complessi come l’immigrazione e le cause delle crisi che caratterizzano i nostri giorni. Problematiche lontane da noi, che hanno però conseguenze dirette anche nel nostro Paese, e che segneranno gli anni futuri delle vecchie e delle nuove generazioni.
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