Prendendo avvio dalla constatazione che il territorio limitrofo ad Assisi non è stato oggetto della stessa attenzione della città serafica e che, pertanto, necessita di un’operazione di scoperta e valorizzazione, i docenti Rosita Massucci, Federico Della Bina e Nicoletta Omicioli, con gli studenti del Liceo Scientifico di Assisi hanno messo a punto il progetto “Un punto indietro”, interamente finanziato dal FONDO SOCIALE EUROPEO per complessivi € 28.328. Obiettivo, appunto, la valorizzazione dei centri minori.
L’intento – spiega una nota della scuola è quello di educare i giovani alla tutela del patrimonio artistico e culturale anche attraverso la scoperta di realtà apparentemente “minori”. Da qui l’indagine sui territori dei comuni di Bastia, Bettona, Bevagna e Cannara oltre che sulle frazioni di Assisi, per riannodare i fili della memoria e per mantenere i contatti con un passato che la seconda metà del novecento ha rischiato di perdere. La memoria del nostro passato più o meno recente, infatti, come tanti di noi sperimentano quotidianamente, è microdiffuso e sottotraccia e, allo stato attuale, è affidato appunto solo ai racconti e ai ricordi di una generazione (più o meno i nonni e i bisnonni dei nostri alunni) che ha il dovere di passare il testimone, pena l’oblio.
Si tratta di un insieme di saggezza colturale, microstorie religiose, riti legati alle stagioni, brevi racconti del luogo, aneddoti, preghiere legate ad una determinata chiesetta o “edicola” votiva; canzoni popolari, ma anche monumenti nel senso classico del termine (chiesette, torricciole, ruderi più o meno ben conservati). Il progetto per la valorizzazione dei centri minori prevede la costruzione di percorsi turistici attraverso questo museo diffuso della memoria, la loro realizzazione anche per non vedenti e ipovedenti, la traduzione in inglese e la realizzazione di una app per guidare turisti e scolaresche.
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