“Sono iniziati i lavori in via Giovanni XXIII per la realizzazione del marciapiede ed è il caos totale per il traffico mattutino, avendo bloccato un arteria fondamentale per la viabilità di quella zona”. È la denuncia di Simone Passeri del coordinamento di Forza Italia Assisi. “Durante la mattina infatti, chiudendo via Eremo delle Carceri a scendere da Porta Cappuccini, per garantire l’afflusso e il deflusso degli studenti delle scuole, si chiude di fatto, con il blocco di viale Giovanni XXIII, l’accesso verso la città di Assisi, flusso che se anche garantito da un senso unico alternato con semaforo creerà forti disagi”.
Per passeri, dunque, i lavori in via Giovanni XXIII, (dove comunque il marciapiede è necessario e indispensabile ai fini della sicurezza per i pedoni e già inserito nei programmi elettorali di tutte le coalizioni presentatesi nelle passate elezioni Comunali 2016) sono errati nella tempistica ed è sbagliato anche il progetto previsto. Avendo atteso molti anni per la realizzazione di tale progetto, si poteva, per l’inizio dei lavori, attendere il termine dell’anno scolastico così da non creare disagi eccessivi alla circolazione automobilistica e quindi ai cittadini. Inoltre crediamo che il marciapiede poteva essere progettato su lato opposto estendendo l’opera sino all’incrocio di viale Giovanni XXIII con via della Cooperazione, chiaramente sarebbe stata necessaria la disponibilità dei Frati Cappuccini, i quali sono certo non si sarebbero tirati indietro per il bene della collettività. I costi sarebbero sicuramente stati maggiori, ma visto l’alto tasso di residenti nella zona sarebbe stato assolutamente giustificabile, anche a fronte della stipula di un muto, che invece apprendiamo dal Piano degli Investimenti 2018/2020 di recente approvazione, essere stati accesi per cifre astronomiche per opere assolutamente di minore importanza come la rigenerazione del Polo ex Montedison (150.000 euro), che sembra sia funzionale all’evento Universo Assisi 2018. La speranza comunque rimane quella dell’ottenere, al termine dei lavori, un opera decorosa e utile alla collettività con costi adeguati all’intervento proposto. Come si dice: ‘Ai posteri l’ardua sentenza’”.
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