“Siamo due consiglieri comunali che conoscono il proprio territorio, che convivono con questa situazione fin da quando erano bambini e che quindi hanno la percezione di quello che è successo finora. Che il progetto sia stato un fallimento non serve essere ingegneri per rendersene conto”. È la replica dei consiglieri comunali del Comune di Assisi Paolo Lupattelli e Francesca Corazzi (Pd), che rispondono alle affermazioni pubbliche rese dall’ingegnere Mauro Baglioni, progettista di Campogrande.
“Affermare che sulla lottizzazione Campogrande in 15 anni “qualcosa” è stato fatto –continuano i consiglieri- risulta essere un’affermazione estremamente offensiva nei confronti dei cittadini. Campogrande appare praticamente nelle stesse condizioni di 15 anni fa, ‘un grande campo con tanta erba secca’ (sono le parole dell’ing. Baglioni). Dire che le opere di urbanizzazione realizzate (non terminate) abbiano consentito una bonifica dell’area stride con quello che la realtà mette sotto gli occhi di tutte le persone che passano là davanti quotidianamente. Senza tralasciare che il milione e mezzo speso per le opere rischia di diventare denaro buttato se non si interviene in modo repentino per prevenire il deterioramento delle opere stesse, cosa che come Amministrazione abbiamo fatto e stiamo continuando a fare”.
Per Corazzi e Lupattelli, “I rapporti tra i consorziati ed il già progettistasono tutt’altro che idilliaci. Lo dimostra il fatto che un incontro tra tutti i membri del Consorzio non avveniva da anni, prima che lo organizzassimo noi insieme al Sindaco ormai qualche mese fa al quale sono seguiti altri incontri operativi. L’ingegner Baglioni – aggiunge la nota – parla di soluzioni che ‘avrebbero potuto’ risolvere la situazione. Sorge spontanea una domanda: perché presentare ora delle possibili soluzioni dopo che per 15 anni non se ne sono trovate? Parlano i fatti: sin dalla campagna elettorale il primo problema presentatoci dai cittadini di Petrignano è stato Campogrande. Questa è la prima Amministrazione che si è attivata fattivamente per risolverlo, senza più assecondare gli appetiti speculativi ma con una sola chiave di lettura: la partecipazione dei consorziati (già avviata) e (da novembre) dei cittadini al nuovo progetto. Finalmente il futuro è in mano ai petrignanesi”.
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